Milano, 21 lug. (LaPresse) – La debolezza dell’inflazione nel primo semestre 2015, sia pure con intensità diverse, ha interessato tutti e cinque i gruppi nei quali l’Istat ha suddiviso le famiglie italiane in base alla loro spesa complessiva (dalla più bassa del primo gruppo alla più alta del quinto). Nel secondo trimestre 2015, tuttavia, gli indici armonizzati dei prezzi al consumo mostrano, per tutti i gruppi di famiglie, segnali di una lieve ripresa tendenziale, interrompendo la flessione dei prezzi per due dei quattro gruppi per i quali nel primo trimestre era stata registrata una dinamica deflattiva. E’ quanto riporta l’istituto di statistica nel suo report semestrale ‘La misura dell’inflazione per classi di spesa delle famiglie’. Nel secondo trimestre del 2015, la dinamica tendenziale dei prezzi al consumo (pari in media a +0,1%) è compresa tra lo 0,3%, misurato per le famiglie con i più elevati livelli di spesa (quelle dell’ultimo gruppo), e il -0,2% per le famiglie con spesa media mensile più bassa (quelle del primo gruppo).
Il differenziale di inflazione tra il primo e l’ultimo gruppo di famiglie è dovuto sia alla alla dinamica dei prezzi dei diversi aggregati di prodotto sia al loro peso nelle abitudini di consumo di ciascun gruppo. La deflazione, che continua a caratterizzare l’andamento dei prezzi per le famiglie con minore capacità di spesa, è da ascrivere soprattutto alla persistente, seppur attenuata, flessione dei prezzi dell’energia, un aggregato la cui incidenza sul bilancio delle famiglie a reddito più basso, è più che doppia rispetto a quella dell’ultimo gruppo.
L’Istat nel suo report semestrale ‘La misura dell’inflazione per classi di spesa delle famiglie’, evidenzia come l’inflazione cumulata dal 2005 e la metà del 2015 sia stata del 19,3% per la famiglia media italiana. Per le famiglie con i più bassi livelli di spesa l’inlfazione media è stata del 21,6%, per le famiglie con maggiore capacità di spesa è stata pari al 18,3%.
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