Milano, 15 lug. (LaPresse) – Le principali 66 società che si occupano di ‘local utilities’, controllate da 115 enti locali e che rappresentano indicativamente il 50% in termini di valore aggiunto e dipendenti sul totale nazionale, nel 2013 esprimevano 5.008 nomine, 2.048 in società e 2.960 in Enti, in media 35 per Comune, 27 per Provincia e 101 per regione. Questo uno dei dati salienti del rapporto di Mediobanca R&S che prende in esame anche le controllate delle 66 società capogruppo, portando il totale a 440 società. Le Regioni pagano in media di più: +63% rispetto alle Province, +24% sui Comuni.
Tra il 2010 e il 2014 gli enti locali hanno ridotto le proprie nomine del 28%, i compensi medi del 5,4%. I tagli maggiori da parte delle Province: rispettivamente -35% e -10%. Il 40,3% delle 5008 nomine arrivano dai comuni, il 23,9% dalle provincie, il 35,8% dalle regioni. In media ogni ente nomina 43 persone, solo per queste società. Di queste nomine, il 44% sono apicali. In media un componente di un cda riceve in un anno 40.246 euro, con picchi di 52.202 euro negli enti gestiti dalle regioni. Il compenso medio totale, compresi sindaci, liquidatori e manager non in cda, è pari a 24.724 euro per un totale di 123,8 milioni.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata