Modena, 15 lug. (LaPresse) – La Cgil di Modena accende i riflettori sui passi indietro fatti dall’Emilia-Romagna nell’ambito dell’anti-riciclaggio, “secondo quanto emerge dai dati dell’ultimo rapporto annuale dell’Unità antiriciclaggio di Bankitalia”.
Mentre si “conferma la tendenza annuale nazionale che vede crescere il numero e la qualità delle segnalazioni relative ad operazioni di sospetto riciclaggio – fa notare Franco Zavatti, responsabile legalità e sicurezza Cgil Emilia-Romagna -, per la prima volta sono giunte dall’Emilia-Romagna all’Uif (Unità di informazione finanziaria) un numero di segnalazioni in calo del 3,8% rispetto all’anno precedente”. “Una tale controtendenza – commenta – comporta un’urgente riflessione nelle sedi competenti”.
Un altro dato che preoccupa la sigla sindacale è la quantità di “operazioni sospette tramite bonifici in uscita ed entrata verso paradisi fiscali”. L’Emilia-Romagna, spiega Zavatti, “purtroppo avanza in classifica. È al 4° posto in Italia, con 4.572 milioni di euro, per quanto riguarda le operazioni sospette di bonifici in uscita verso paradisi fiscali ed è al 2° posto, con 8.231 milioni, sul versante dei bonifici in entrata dai paesi ‘fiscalmente non collaboranti’”.
Il report di Bankitalia, sottolinea la Cgil, pone l’attenzione anche sul fatto che, in materia di frodi fiscali, è “degno di rilievo il posizionamento della regione Emilia-Romagna che presenta un elevato numero di segnalazioni riconducibili alle frodi nelle fatturazioni”.
Infine, evidenzia Zavatti, “su una fattispecie specifica dell’indagine dell’Unità anti-riciclaggio di Bankitalia che analizza il riciclo di contante connesso a reati spesso mafiosi (dovuti a traffici illeciti di beni e servizi – quindi traffico di stupefacenti, ricettazione e lavoratori offerti a ‘pacchetto’), una mappatura messa a punto dal report evidenzia come l’Emilia Romagna, fra tutte le regioni a nord della Campania, sia al 2° posto pari merito con Lombardia e dopo la Toscana. Sono individuate otto nostre località fra i ‘Comuni più rischiosi’: una nella Bassa modenese; una nel bolognese e sei lungo la costa romagnola, dove è molto disponibile l’offerta di manodopera stagionale”.
“Questi dati – sottolinea la sigla sindacale – descrivono un fenomeno allarmante che si alimenta nelle nostre province e non va lasciato solo all’analisi degli inquirenti. Sono fenomeni e tendenze cancerogene per la nostra buona economia e il lavoro”. “La Cgil – conclude Zavatta – ripropone l’urgenza di coinvolgere istituzioni, associazioni economiche, imprenditoriali e sindacali per individuare progetti di contrasto al riciclaggio e alla criminalità”.