Roma, 14 lug. (LaPresse) – “Il raggiungimento dell’accordo sul nucleare iraniano potrebbe aprire interessanti opportunità per le aziende italiane. Il ritiro delle sanzioni in vigore potrebbe infatti portare a un incremento dell’export italiano nel paese di quasi 3 miliardi di euro nei prossimi quattro anni“. A sostenerlo è Sace, in un focus elaborato dall’Ufficio studi economici. “Riguadagnare le quote di mercato perse in Iran non sarà facile – si legge nel documento -, considerando che concorrenti quali Cina, India, Russia e Brasile hanno subito molti meno vincoli negli ultimi anni guadagnandosi una posizione importante all’interno del Paese”.

Ad ogni modo, rileva Sace: “Nonostante l’inasprimento delle sanzioni avvenuto a fine 2011 abbia ridotto sensibilmente gli scambi con il nostro paese e l’Iran, l’Italia rimane tra i principali partner commerciali del Paese“.

I settori con le maggiori opportunità da cogliere, sottolinea Sace, saranno “l’oil&gas, l’automotive, la difesa, i trasporti, il real estate e più in generale i settori legati alle costruzioni“. Esiste però anche “una serie di rischi che le aziende italiane non possono e non devono trascurare, non da ultimo l’impianto sanzionatorio che rimane tuttora in vigore”, ma anche “l’elevata corruzione, la burocrazia, le elevate barriere doganali e le tempistiche che saranno individuate per l’eliminazione delle sanzioni in essere”.

Il recupero potenziale di 3 miliardi di euro nel breve periodo, sottolinea Sace, rappresenta “una quota marginale” rispetto a quanto perso dal sistema italiano negli anni di vigenza del regime sanzionatorio. “In assenza di sanzioni infatti, l’Italia avrebbe potuto cumulare maggiori esportazioni per un valore di circa 17 miliardi di euro nel periodo 2006-2018“, segnala l’Ufficio studi economici.

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