Bruxelles (Belgio), 30 giu. (LaPresse/Reuters) – I greci restano con il fiato sospeso mentre Atene e i creditori internazionali tentano di trovare un accordo last-minute. A seguito di una “ultima” offerta fatta questa mattina dal presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, il premier greco, Alexis Tsipras, ha inviato una controproposta di Atene, che chiede un accordo per aiuti biennali del fondo salva-Stati europeo Esm che servirebbero a coprire il fabbisogno finanziario e una ristrutturazione del debito in parallelo.
Stando a fonti rilanciate dal quotidiano greco Kathimerini, nella sua offerta Juncker aveva aperto a un accordo sul debito greco in ottobre. Ma, ha precisato in tarda mattinata il portavoce dell’ex premier lussemburghese, il governo greco deve fare “una campagna per il ‘sì'” al referendum indetto per il 5 luglio. La controproposta di Tsipras è servita tuttavia a smuovere le acque. Il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, ha infatti convocato una riunione straordinaria dei ministri delle Finanze dell’eurozona alle 19 per discutere delle richieste di Atene.
Tuttavia non c’è molto ottimismo su un accordo oggi. “E’ impossibile” che l’Eurogruppo straordinario dia il via libera a fondi per la Grecia, in modo che Atene riesca a onorare il rimborso di 1,6 miliardi di euro al Fmi che scade a mezzanotte, ha detto una fonte dell’area euro a Reuters. Se la Grecia non pagherà il Fondo, come fra l’altro affermato anche dal ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, non andrà in default ma ‘in arretrato’. Intanto, Standard & Poor’s ha tagliato il rating delle maggiori banche greche, Alpha Bank, Eurobank Ergasias, National Bank of Greece e Piraeus Bank, a ‘SD’ (default selettivo) da ‘CCC’.
Nel pomeriggio la cancelliera tedesca, Angela Merkel, aveva sottolineato di non vedere novità che potessero portare a un accordo last-minute. Merkel ha spiegato tuttavia che alla mezzanotte di oggi, quando scade il secondo programma greco, “non chiuderemo i canali” con Atene, “ma non posso dire di più”. E più tardi la cancelliera ha spiegato che senza un ‘sì’ al referendum sulle riforme “la Germania si rifiuta di valutare un terzo pacchetto di salvataggio” per Atene.
Sulla consultazione di domenica indetta dal governo Tsipras – che lo stesso Juncker e altri importanti leader europei hanno definito da ‘dentro o fuori’ rispetto all’eurozona – è trapelato anche il pensiero del ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble. La Grecia non sarebbe costretta a uscire dall’euro nel caso in cui vincesse il ‘no’ al referendum di domenica sul programma di salvataggio del Paese, ha detto il ministro.
Sulla questione è poi intervenuto nel tardo pomeriggio il presidente americano, Barack Obama, secondo cui la crisi in Grecia è di primaria preoccupazione per l’Unione europea e il Paese deve trovare una via per crescere e per restare nell’eurozona. In conferenza stampa a Washington, ha aggiunto di avere seguito le vicende di Atene e dei negoziati con i creditori internazionali nel corso dell’anno, ritenendo che “questo non sia qualcosa che possa creare un grave shock nel sistema” finanziario statunitense. “Naturalmente, è molto doloroso per il popolo greco, e può avere un significativo effetto sui tassi di crescita in Europa”, ha aggiunto.
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