Milano, 8 giu. (LaPresse/Finanza.com) – Inizio di ottava senza verve per Piazza Affari che si è accodata al cattivo umore dei mercati. Il Ftse Mib è andato a chiudere la prima seduta della settimana in flessione dello 0,90% a quota 22.642,29 punti. Si è confermata anche oggi la correlazione tra Borse e andamento del mercato valutario con il rafforzamento dell’euro che si è fatto sentire soprattutto sui paesi maggiormente export oriented come la Germania. Rimbalzo dell’euro nei confronti del dollaro dettato dalle parole del presidente statunitense Barack Obama che, secondo una fonte diplomatica francese riportata dall’agenzia Bloomberg, avrebbe riferito agli altri leader del G7 che il dollaro forte rappresenta un problema. Focus anche sulla Turchia con l’esito delle elezioni di domenica che potrebbe portare a una fase di instabilità politica visto che l’Akp del presidente Erdogan non ha ottenuto i voti necessari per godere della maggioranza assoluta in Parlamento.
Miglior performer di giornata sul Ftse Mib è stata Saipem (+2,23% a 10,53 euro) che dà seguito al tentativo di risalita iniziato venerdì scorso dopo la debolezza dovuta ai timori legati alla possibilità di un corposo aumento di capitale. Male invece alcuni testimonial bancari tra cui Mediobanca (-2,79% a 8,88 euro) e Bper (-2,2% a 7,55 euro). Tra le big bancarie di Piazza Affari riflettori puntati su Mps, in calo dell’1,29% a 1,76 euro nell’ultimo giorno di negoziazione dei diritti legati all’aumento di capitale da massimi 3 miliardi di euro. Ricapitalizzazione al via invece per Banca Carige (+1,8% a 1,75 euro) con un aumento di capitale da massimi 850 milioni di euro che si concluderà il 25 di questo mese. Il prezzo di sottoscrizione è stato fissato a 1,17 euro, che corrisponde con uno sconto del 35,2% rispetto al Terp (prezzo teorico ex diritto).
Seduta senza particolari scossoni per Fca (-0,5% a 13,86 euro) con il mercato che ha archiviato la delusione di venerdì scorso a seguito delle indicazioni di Marchionne sulla tempistica dell’Ipo di Ferrari. La Ferrari non sarà quotata in Borsa prima del 12 ottobre per motivi tecnici poiché per la quotazione del Cavallino Rampante deve essere passato almeno un anno dalla fusione da cui è nata Fca. L’Ipo sarà quindi “in lieve ritardo rispetto alla nostra aspettativa di settembre, comunque ininfluente”, commenta Equita, che conferma buy sull’ex Fiat. Marchionne intanto è tornato sul tema aggregazioni dando la disponibilità a restare anche oltre il 2018 (scadenza del suo ultimo mandato) se gli venisse chiesto in caso di aggregazioni. Infine lunedì molto amaro per la Juventus (-2,88% a 0,287 euro) dopo la sconfitta nella finale di Champions League per 3-1 contro il Barcellona.