Milano, 18 mag. (LaPresse/Finanza.com) – Inizio di settimana con la retromarcia inserita per Piazza Affari che paga in primo luogo l’effetto boomerang del massiccio stacco dei dividendi di alcune delle principali società presenti sul listino milanese. In chiusura il Ftse Mib ha ceduto l’1,17% a 23.198 punti. A nulla è valsa nel pomeriggio la revisione al rialzo delle stime sull’Italia decisa dal Fondo monetario internazionale (Fmi) allineandosi sostanzialmente alle previsioni formulate dal governo italiano. Il peso dello stacco dividendi sull’indice Ftse Mib è stato di circa l’1,6%. Il fattore dividendo ha pesato soprattutto su Eni (-3,18%) che ha staccato il saldo finale di 0,56 euro per azione. Cedola corposa anche per Generali (0,60 euro) che ha ceduto il 2,56%; stacco anche per Intesa Sanpaolo scesa del 2,4%.
Inizio di settimana difficile a Piazza Affari per il titolo Mps che, dopo una breve sospensione per eccesso di ribasso, ha chiuso un calo del 3,84% a quota 10,5 euro nel giorno del raggruppamento azionario nel rapporto di una azione ogni 20 possedute. Il mercato guarda già all’aumento di capitale da massimi 3 miliardi di euro che dovrebbe prendere il via la settimana prossima. Secondo quanto riportato da Il Messaggero, le nove banche coinvolte nel consorzio di garanzia stanno valutando l’applicazione di uno sconto del 35-40% sul Terp (prezzo teorico dell’azione dopo lo stacco del diritto di opzione). Lo scorso anno il maxi-aumento di capitale da 5 mld era stato effettuato a sconto del 35,5% rispetto al Terp. Raggruppamento azioni anche per Banca Carige (+1% a 7,07 euro). Il raggruppamento è avvenuto nel rapporto di 1 nuova azione ordinaria ogni 100 azioni ordinarie esistenti e di 1 nuova azione di risparmio ogni 100 azioni di risparmio esistenti.

