Roma, 2 mar. (LaPresse) – La disoccupazione in Italia cala a gennaio al 12,6%, in diminizione di ulteriori 0,1 punti percentuali rispetto a dicembre. Lo rileva l’Istat. Nel primo mese del 2015 il tasso si è riportato allo stesso livello di 12 mesi prima. Si tratta del secondo calo consecutivo della disoccupazione, dopo che il dato di dicembre è stato rivisto dal 12,9% al 12,7%. A gennaio gli occupati sono 22 milioni 320 mila, sostanzialmente invariati rispetto a dicembre (+11 mila) ma in aumento dello 0,6% su base annua +131 mila). L’Istat precisa che il tasso di occupazione, pari al 55,8%, aumenta di 0,1 punti percentuali in termini mensili e di 0,3 punti rispetto a dodici mesi prima. Il numero di disoccupati a gennaio, pari a a 3 milioni 221 mila, diminuisce di 0,6 punti percentuali rispetto a dicembre (-21 mila), mentre aumenta dello 0,2% su base annua.
CALA DISOCCUPAZIONE GIOVANI. Il tasso di disoccupazione giovanile scende a gennaio al 41,2%, in diminuzione di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 2,0 punti nei dodici mesi. Il numero di giovani disoccupati, pari a 636 mila, diminuisce a gennaio dell’1,0% su dicembre (-7 mila) e del 9,1% rispetto a dodici mesi prima (-64 mila).
NEL 2014 DISOCCUPAZIONE SUI MASSIMI. Nella media del 2014, il tasso di disoccupazione raggiunge il 12,7% in confronto al 12,1% di un anno prima. Si tratta del dato maggiore dall’inizio delle serie storiche, ovvero il 1977. L’Istat rileva inoltre che, sempre nella media del 2014, sottolinea l’istituto statistico, continua la crescita della disoccupazione con un aumento di 167.000 unità (+5,5%), che interessa entrambe le componenti di genere e tutte le ripartizioni geografiche. Il tasso di occupazione si attesta al 55,7%, +0,2 punti percentuali rispetto al 2013. Nel 2014, all’incremento dell’occupazione nell’industria in senso stretto (61.000 unità, pari a +1,4%) si contrappone il persistente calo nelle costruzioni (-69.000 unità, pari a -4,4%). L’occupazione cresce anche nel terziario (84.000 unità, pari a +0,5%). “A fronte dell’incremento nei servizi alle famiglie, negli alberghi e ristoranti, nella sanità e assistenza sociale e nell’istruzione, prosegue il calo di occupati nel commercio, nei servizi generali della pubblica amministrazione e nelle attività finanziarie e assicurative”, precisa l’istituto statistico.
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