Torino, 5 nov. (LaPresse) – Al via una stretta sui ritardi dei treni. A deciderla l’Autorità dei trasporti, che ha pubblicato oggi la delibera sulle nuove norme per una accesso equo alla rete ferroviaria. D’ora in avanti saranno rilevati anche i ritardi nelle stazioni commerciali intermedie o in altri punti intermedi della rete e non solo alla stazione di arrivo. L’Authority presieduta da Andrea Camanzi ha deciso inoltre l’eliminazione della soglia di tolleranza dei ritardi e l’aumento della penalità unitaria per minuto di ritardo, eventualmente differenziata a seconda della tipologia di traffico (passeggeri o merci).
Ma le novità non finiscono qui. L’Authority ha infatti deciso per un ulteriore aumento della penale unitaria al raggiungimento dei 60 minuti di ritardo, incrementandola ancora al raggiungimento dei 120 minuti. Le imprese ferroviarie dovranno inoltre aumentare la trasparenza sugli orari, con accesso ai dati tramite web e la comunicazione puntuale degli eventi che possono causare un ritardo. Dovranno essere rese disponibili al pubblico anche le modalità di rimborso. Infine, in caso di treno soppresso, verrà attribuito un ritardo convenzionale di 120 minuti.
PEDAGGI AV PIÙ BASSI. I pedaggi sulle tratte ferroviarie dell’Alta Velocità devono essere ridotti di oltre il 37% nel 2015 passando da 12,8 a 8,2 euro per treno/chilometro. Lo ha stabilito l’Autorità dei Trasporti. La decisione, in realtà, sarà efficace da subito. La misura è una delle nuove regole decise dall’Authority per garantire un accesso “equo e non discriminatorio” alle infrastrutture ferroviarie. “La decisione che abbiamo preso è una decisione autonoma, non fatta a comando, per l’interesse generale”, ha detto il presidente dell’Autorità dei Trasporti, Andrea Camanzi.
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