Milano, 3 nov. (LaPresse/Finanza.com) – Piazza Affari ha chiuso in deciso ribasso in scia alle pesanti vendite che hanno colpito il settore dell’energia. A deprimere l’umore degli investitori i dati arrivati in mattinata sulla manifattura dell’Eurozona, con il Pmi scivolato a 50,6 punti dai 50,7 punti della passata rilevazione. Non sono arrivati segnali migliori né dall’Italia con l’indice che è scivolato a 49 punti e né dalla Francia, dove il Pmi manifatturiero è salito a 48,5 punti ma si è mantenuto sotto la soglia critica dei 50 punti. In Germania il Pmi è sceso a 51,4 punti. Gli investitori hanno inoltre preso un po’ di beneficio dopo la brillante seduta di venerdì, che aveva sfruttato la decisione della Bank of Japan di varare nuove misure a sostegno dell’economia nipponica. In settimana riflettori accesi domani sulle elezioni Usa di mietermi e giovedì sulla Bce. In questo quadro a Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha chiuso con un ribasso del 2,10% a 19.369 punti.

Forti vendite sui titoli del comparto energetico a Piazza Affari. Dopo le delibere del regolatore sullo stoccaggio, che secondo gli analisti creano incertezza e che garantiscono un ritorno pari al 6% per il periodo 2015-2018 contro il 6,7% precedente. Il tonfo maggiore è stato messo a segno da Snam, che è crollata con un -11,32% a 3,822 euro, mentre Terna ha lasciato sul parterre il 6,67% a 3,75 euro. Questa mattina gli analisti di Mediobanca hanno ridotto il giudizio su Snam a underperform dal precedente neutral e su Terna a neutral dal precedente outperform. Performance da dimenticare anche per la galassia Enel: il titolo della casa madre ha perso il 4,22% a 3,898 euro, mentre la controllata Enel Green Power è arretrata del 2,55% a 1,908 euro. Deboli i titoli delle banche: Banco Popolare ha ceduto l’1,64% a 11,35 euro, Intesa SanPaolo il 2,48% a 2,28 euro, Unicredit lo 0,69% a 5,72 euro, Ubi Banca lo 0,88% a 6,19 euro. In controtendenza Mps che, dopo aver perso il 40% la scorsa settimana, oggi ha mostrato un progresso dell’1,48% a 0,617 euro. I vertici della banca senese hanno deciso di coprire integralmente il deficit emerso negli stress test della Bce attraverso un aumento di capitale. Il Monte si prepara quindi ad affrontare una ricapitalizzazione da 2,1 miliardi di euro dopo l’aumento monstre da 5 miliardi portato a termine nella prima parte dell’anno.

Bene anche Fca (+0,11% a 8,915 euro) con Chrysler che ad ottobre ha venduto negli Stati Uniti 170.480 vetture, il 22% in più rispetto allo stesso mese del 2013. Male Moncler (-4,88% a 10,52 euro) che ha pagato a Piazza Affari l’inchiesta del programma Report condotto da Milena Gabanelli, andato in onda ieri sera, che ha puntato il dito sul maltrattamento delle oche nella produzione dei piumini e giacconi dell’azienda guidata da Remo Ruffini. Campari (-2,96% a 5,565 euro) è finita sotto i riflettori dopo le indiscrezioni de Il Sole 24 Ore secondo cui il gruppo milanese starebbe preparando la vendita di Zedda Piras e delle cantine sarde Sella & Mosca, acquistate nel 2002. Secondo gli analisti di Equita la notizia dell’uscita da Sella & Mosca sarebbe comunque positiva.

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