Taranto, 16 ott. (LaPresse) – “L’Usb da tempo sostiene che l’unica soluzione per l’Ilva è ambientalizzare e nazionalizzare, predisponendo contestualmente un progetto politico a medio termine di de-industrializzazione e riqualificazione del territorio. Non è più tempo di timide richieste, come la ‘transitoria partecipazione pubblica’ ventilata da Landini”. Lo dichiara in un comunicato stampa l’Unione sindacale di base (Usb) della Puglia, in seguito all’ultimatum che la Commissione europea ha lanciato all’Italia, che entro due mesi dovrà giustificare le negligenze in merito al mancato rispetto della Direttiva europea sulle emissioni industriali. “L’Usb – si legge ancora nel documento – continuerà a lottare insieme ai lavoratori e ai cittadini, chiamando tutti in piazza per lo sciopero generale del 24 ottobre prossimo, che in Puglia vedrà la manifestazione a Bari, in Piazza Umberto, dalle ore 10.30”.

“L’Usb della Puglia da tempo denuncia che nulla o quasi si stia facendo in merito all’ambientalizzazione ed al risanamento dello stabilimento tarantino e del territorio ionico – aggiunge l’Usb – La devastazione perpetuata per decenni dal ‘sistema Riva’, con la copertura della stragrande maggioranza dei politici, delle istituzioni e dei sindacati complici, rischia oggi di acuire le contraddizioni di una città dove la salute ed il lavoro non riescono a conciliarsi; dove le industrie pesanti la fanno da padrone e dove i soliti noti pensano addirittura di aumentare il potenziale inquinante. Vorremmo dunque sapere a quale fabbrica si riferisce il Commissario Gnudi, quando afferma che circa il 75% delle prescrizioni Aia sono state realizzate: certamente – conclude – non all’Ilva di Taranto”.

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