Milano, 12 ott. (LaPresse) – Alla vigilia della quotazione della nuova Fca, la società con sede legale in Olanda e operativa a Londra frutto dell’unione tra Fiat e Chrysler, è stato pubblicato il documento informativo sull’operazione stessa sul sito ‘fiatspa.com’. Il corposo documento, 826 pagine in tutto tra informazioni ed allegati, fornisce un quadro esaustivo dell’operatività con cui si svolgerà la fusione. Innanzitutto la geometria dell’operazione: oggi a Fiat fanno capo Fiat Group Automobile, Fiat North America sotto cui sta Chrysler, ed Fca. Da domani sarà Fca la nuova capogruppo, che sotto di sé avrà Fiat Group Automobiles, Fiat North America sotto cui sta Chrysler. Tra le finalità dell’operazione, vi è anche “l’accrescimento della flessibilità strategica del Gruppo nel perseguire opportunità di acquisizioni attrattive e di investimenti strategici e per premiare gli azionisti di lungo periodo”. Il domino del settore automotive è infatti assai dinamico in questo periodo e le occasioni sono molte. Quanto l’operazione piaccia al mercato, domani pomeriggio al via della quotazione a Wall Street sarà chiaro, in contemporanea esosrdirà Fca anche sui listini italiani. Si passa poi ad un lungo elenco dei rischi connessi alla fusione. Un elenco di di prassi ed in larga parte già noto poiché contenuto in tutti i precedenti prospetti relativi alla fusione Fiat-Chryler. Tra le altre cose si si segnala come il gruppo abbia “un indebitamento che potrebbe limitarne la possibilità di ottenere ulteriori finanziamenti a termini competitivi e la sua flessibilità operativa e gestionale”.
Ci sono poi i ‘rischi connessi al venir meno di talune figure chiave nell’ambito del management’, tra questi viene citato esplicitamente solo Sergio Marchionne, il cui addio “potrebbe avere effetti negativi sull’attività del Gruppo”. Si entra poi nei meandri dell’operazione, allorché si parla dei rischi “connessi alla fiscalità degli azionisti conseguente al meccanismo di voto speciale”, tipico della giurisdizione olandese, le cui conseguenze “sono incerte”. Inoltre il voto speciale, da attuare nel contesto della fusione, “potrebbe concentrare il potere di voto in un numero ridotto di azionisti di Fca e tale concentrazione potrebbe aumentare nel corso del tempo”. Ad oggi con questo meccanismo, la famiglia Agnelli già ha il 46% dei diritti di voto sulla nuova Fca. In merito poi ai rischi connessi alla fiscalità di Fca, tra le conseguenze dell’operazione, si legge, “la Fusione comporterà probabilmente l’applicazione immediata dell’Exit Tax’, pari al 27% del valore di asset, brevetti e marchi che lasciano l’Italia. Fiat però “si attende che le plusvalenze fiscali che emergeranno siano largamente compensate dalla presenza di perdite fiscali all’interno del gruppo”.
Con l’operatività della fusione, il cda di Fca passerà da 3 componenti (Sergio Marchionne, Richard K. Palmer amministratore esecutivo e Derek J. Neilson, amministratore non esecutivo) a 11, ma in futuro potrebbero anche essere di più poiché non sono previste limitazioni, e resterà in carica fino all’assemblea degli azionisti del 2015. A comporlo tra gli altri John Elkann, Sergio Marchionne, Andrea Agnelli, Tiberto Brandolini d’Adda ed Ermenegildo Zegna. Agli azionisti andrà un’azione ordinaria Fca, del valore nominale di 0,01 euro, per ogni azione ordinaria di Fiat detenuta. Tra i dirigenti del gruppo che detengono azioni Fiat spiccano Sergio Marchionne con 6.496.666 titoli pari allo 0,52%, John Elkann con 133.000 titoli e Luca Cordero di Montezemolo con 127.172 titoli e che proprio domani esce definitivamente dal gruppo. Detengono poi azioni Fiat: Alfredo Altavilla (17.158), Stefan Ketter (4.803), Eugenio Razelli (6.908), Riccardo Tarantini (3.000), Harald Wester (12.000) e Alessandro Baldi (35.450). Numeri destinati a cambiare in queste ore, quando all’efficacia della fusione, il capitale sociale autorizzato di Fca sarà pari a 40.000.000,00 di euro suddiviso in 2.000.000.000 di azioni ordinarie Fca e altrettante azioni a voto speciale. Inoltre tutte 35.000.000 azioni di Fca detenute da Fiat, nonché ogni ulteriore azione di Fca emessa a favore di, o altrimenti acquistata da, Fiat e che siano detenute da Fiat alla data di perfezionamento della fusione non saranno annullate ma costituiranno azioni proprie di Fca, Fiat ad oggi detiene già circa il 2,4% del capitale tramite azioni proprie.
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