Dal nostro inviato Jan Pellissier

Rimini, 30 ago. (LaPresse) – “Non sopporto più gente con gelati, barchette e cavolate. Da italiano non voglio sentirne più. Vorrei essere orgoglioso a livello internazionale di dire che siamo bravi come gli altri”. Sergio Marchionne aspetta la fine del suo intervento al Meeting di Rimini per lanciare un attacco molto diretto al premier ma anche all’Economist che ha ritratto Matteo Renzi con un cono gelato in mano sulla sua ultima copertina. Al settimanale inglese, tra i cui azionisti c’è la holding Exor della famiglia Agnelli che detiene il 4,72%, Renzi ha risposto ieri facendosi fotografe con un cono in mano nel cortile di Palazzo Chigi. Botta e risposta che non sembrano aver colpito positivamente Marchionne: “Riponiamo la massima fiducia nel Governo” ha detto, aggiungendo “ma lo abbiamo fatto con gli ultimi tre e lo continueremo a fare”. Monti, Letta e Renzi accomunati dal manager Fiat, che si sono scontrati con “un muro di gomma” che li ha costretti a svolgere “un ruolo quasi amministrativo”.

“Risultati ne abbiamo visti pochi. Compromessi tanti” ha proseguito riferendosi agli ultimi 20 anni del nostro Paese, ma sullo Sblocca Italia il giudizio è a due facce: “Lo Sblocca Italia è un buon inizio ma c’è ancora molto da fare”. Come ricetta per guarire, l’esempio della Fiat diventata brand globale rischiando, Marchionne la riassume così: “Siamo andati avanti, incuranti delle accuse, degli attacchi e degli sgambetti”. Una ricetta consigliata direttamente anche a Renzi: “Nei nostri pochi incontri l’ho incoraggiato a proseguire il suo programma riformatore senza curarsi del clamore e degli attacchi. La sua missione è importante, molto più importante del rumore e della polvere sollevata dagli oppositori”. Ora però servono i risultati, anche perché “l’Italia non può più aspettare. La situazione si aggraverà a tal punto con questi livelli di disoccupazione, che il Paese potrebbe prendere una brutta impennata”. Tocca a tutti lavorare a testa bassa, anche perché è inutile attendersi miracoli: “La risposta non arriverà dall’alto”.

Tocca quindi anche i giovani, cui Marchionne lancia un invito molto simile a quello celeberrimo di Steve Jobs (‘Stay young, stay foolish’): “Accettate la sfida dell’ignoto e rischiate”. Sfida all’ignoto che invece non riguarda forse più gli impianti italiani, che Marchionne conferma essere al centro del progetto della nuova Fca, e che non saranno chiusi. Tutta da percorrere invece la strada della nuova Fca, che dopo aver aggirato lo scoglio dei recessi degli azionisti che si opponevano alla fusione Chrysler-Fiat, appare in piano: quotazione a Wall Street il 13 ottobre, e poi dopo solo se il capitale raccolto in Borsa non fosse sufficiente, un aumento di capitale del nuovo cda. Marchionne ha anche confermato i target 2014 del nuovo gruppo, grazie al mercato americano che va bene. “Tra cinque anni l’utile sarà di 5 miliardi” conferma, raccogliendo un altro applauso dalla folla del Meeting, composta a dir la verità, da pochi giovani e molto over 40, che sembrano aggrapparsi al successo di Marchionne, più che ai gelati reali e di carta stampata.

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