Milano, 22 lug. (LaPresse) – “Il quadro macreconomico è deludente, i dati tedeschi sono un campanello d’allarme, indicano che la debolezza persiste più di quello che pensavamo 5-6 mesi fa”. “Oggi si devono affrontare i danni delle crisi ma anche i problemi strutturali dell’Europa, che andavano affrontati già prima della crisi”. Pier Carlo Padoan, parlando al Parlamento europeo sia come ministro dell’Economia italiana che come presidente dell’Ecofin, non si nasconde le difficoltà del momento. E parlando durante l’audizione alla Commissione per i problemi economici e monetari, interrogato dai vari deputati, non fa sconti nemmeno all’Italia: “Le riforme sono fortemente concentrate sui problemi strutturali, sono necessarie per affrontare la bassa crescita, molto bassa per l’Italia”. Ribadendo la sintonia con Renzi (“Non posso parlare a nome del mio capo”), Padoan ha spiegato all’Europarlamento che “due sono gli elementi su cui lavoriamo: un programma di riforma forte, e un insieme di misure a sostegno sul breve termine”.

Nel lungo e serrato confronto con i deputati europei, Padoan ha ribadito che l’Italia per uscire dalla crisi e per consolidare i suoi conti non chiede nulla che non sia già previsto negli accordi europei esistenti: “L’uso della flessibilità è un punto di partenza. Le regole non devono essere modificate, ma devono essere applicate, perché già prevedono un certo grado di flessibilità”. Anche perché, secondo Padoan “dobbiamo capire che ogni riforma, deve essere analizzata in termini di crescita e sviluppo: le riforme strutturali possono avere ricadute non positive a breve termine, ma portano frutti a medio lungo termine”. Un messaggio indirizzato all’Europa, finora troppo rigida per il premier Renzi. In un clima di rinnovato accordo, uscito dalla riunione del consiglio europeo di fine giugno, Padoan auspica che “ora ci possa essere un dialogo e un confronto sul lavoro della Troika, in previsione di nuovi interventi in futuro”. Rivedere dunque queste regole, perché se da un lato secondo Padoan “l’Europa ha costruito un sistema con cui gestire la crisi, ed abbiamo visto dei benefici con Paesi che sono usciti dai programmi definiti dalla Troika”, si devono però “anche rivedere le strutture di prevenzione della crisi, sia sul fronte delle riforme istituzionali sia sul fronte delle misure da intraprendere nella gestire della crisi”.

Sullo sfondo restano poi altri problemi. “Per quanto riguarda la zona euro, c’è una frammentazione del mercato finanziario molto profonda, anche se va meglio rispetto al passato. Le politiche della Bce stanno aiutando la ripresa” ed in specie “l’unione bancaria potrà migliorare l’accesso al credito” ha spiegato il ministro. C’è poi la Tobin Tax sulle transazioni finanziarie, in merito Padoan ha spiegato che “la presidenza italiana lavorerà per fare progressi sulla cooperazione rafforzata sulla tassazione delle transazioni finanziarie. Non è una questione facile, è importante concordare una tabella di marcia che permetta una introduzione graduale della tassa passo dopo passo”. Secondo Padoan “occorre avere un approccio pragmatico: dobbiamo concordare un meccanismo comune, applicarlo e vedere come opera in pratica”. Il programma economico della presidenza italiana si concentrerà su tre assi: integrazione economica, riforme strutturali e investimenti.

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