Roma, 4 giu. (LaPresse) – Chiedono al governo di tutelare il loro lavoro affinché le aziende non delocalizzino gli uffici all’estero. Vogliono lavorare e pretendono da Renzi una risposta. Sono i lavoratori dei call center che sono scesi in piazza a Roma per protestare contro la precarietà della loro situazione. Sono partiti da piazza della Repubblica e hanno sfilato, armati di striscioni, per il centro della capitale. “Vogliamo fare in modo che il governo possa tutelarci per salvare il nostro posto di lavoro – dice una manifestante – Siamo lavoratori da oltre 10 anni e rischiamo che la nostra azienda venga delocalizzata all’estero. La maggior parte di noi ha dei contratti part time”. “Noi italiani vogliamo lavorare -spiega un altro lavoratore del corteo – La nostra situazione è molto precaria e tutti vogliono delocalizzare perché preferiscono andare all’estero. Renzi ci deve aiutare”.
“Parleremo con Renzi”. Lo ha assicurato l’ex ministro del Lavoro Cesare Damiano agli operatori dei call center che sono scesi in piazza a Roma per protestare contro i contratti precari e la delocalizzazione all’estero scelta dalla maggior parte delle loro aziende, dove il lavoro costa meno.
“Nel 2007 Damiano ci ha fatto assumere a tutti quanti a tempo indeterminato, ha detto che parlerà con Renzi: vedremo se lo farà per davvero”, ha detto uno dei manifestanti presenti al corteo. “Oggi c’è un gioco al ribasso – ha denunciato ancora -. Noi costiamo 7,5-8 euro l’ora, all’estero 2,5-3 euro. Le compagnie spendono centinaia di miliardi in pubblicità. Questi soldi voi risparmiateli e metteteli negli operatori italiani”, ha chiesto infine il lavoratore, mentre intorno gli altri intonavano all’ex ministro cori da stadio “Sotto la curva, Damiano sotto la curva” e urlavano frasi come “Damiano dacce una mano”.
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