Roma, 4 giu. (LaPresse) – L’Italia ha perso oltre 120mila imprese dal 2001 al 2013. E’ quanto si legge nel rapporto ‘Scenari industriali’ del Centro studi di Confindustria. Solo nel biennio 2011-2013 sono scomparse 20mila imprese. Negli ultimi 12 anni la contrazione nell’occupazione è stata pari a quasi un milione di addetti, ai quali si aggiungono altri 160mila occupati nel biennio successivo. Un “quadro impietoso”, lo definisce il Centro studi.
L’Italia, in sei anni, è passata dal quinto all’ottavo posto nella graduatoria internazionale dei maggiori Paesi produttori. “In sè – sottolinea il Csc – rimane un ottimo piazzamento se si considera che il Paese è 23esimo per stazza demografica”. A guidare la graduatoria è la Cina, seguita da Stati Uniti, Giappone, Germania, Corea del Sud, India e Brasile. Subito dopo l’Italia ci sono Francia e Russia. L’arretramento, si legge ancora nel rapporto, “va al di là della fisiologica avanzata degli emergenti perchè è stato accentuato da demeriti domestici: nel 2007-2013 la produzione è scesa del 5% medio annuo, una contrazione che non ha riscontro negli altri più grandi Paesi manifatturieri”.
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