Los Angeles (California, Usa), 28 apr. (LaPresse/AP) – Google punta a rendere disponibile al pubblico entro il 2017 la sua tecnologia per auto senza pilota. Il leader del progetto di Mountain View, Chris Urmson, ha scritto sul suo blog che le vetture sarebbero già in grado di viaggiare comodamente sulla autostrade e che sono capaci al momento di gestire migliaia di situazioni urbane che sarebbe stato impossibile affrontare uno o due anni fa. “Stiamo crescendo – ha spiegato – e siamo più ottimisti. Riteniamo di stare andando verso l’obiettivo raggiungibile di un veicolo che funzioni totalmente senza l’intervento dell’uomo”.
Il post di Urmson è il primo aggiornamento ufficiale sul progetto da quanto questo è stato avviato nel 2012, all’interno del laboratorio segreto della società, Google X. I prototipi messi a punto finora danno al pilota la possibilità di prendere il controllo della vettura driverless se il computer non risponde. La promessa di Mountain View è che al termine della sperimentazione i passeggeri potranno tranquillamente leggere o perfino addormentarsi mentre l’auto procede da sè. Secondo Google i computer guideranno un giorno in modo più sicuro degli esseri umani, riducendo significativamente il numero di incidenti stradali. La sperimentazione prosegue su una flotta di due dozzine di Suv Lexus RX450h. Sensori radar e laser creano mappe 3D degli ambienti in tempo reale, mentre il software di Google lavora per distinguere gli oggetti in quattro categorie: veicoli in movimento, pedoni, ciclisti e oggetti statici come cartelli, cordoli e auto parcheggiate.
Nella prima fase del programma il software era piuttosto grezzo e un gruppo di pedoni veniva confuso con un singolo individuo. Ora, secondo il portavoce di Mountain View, Courtney Hohne, la tecnologia è in grado di distinguere le singole persone e i ciclisti. Per questi ultimi Google ha studiato il comportamento sulla base di decine di incontri in circa 10 mila miglia di tragitti sulle strade cittadine. Il software proietta il percorso atteso dal ciclista ed è in grado di rispondere a variazioni improvvise. “Un miglio di guida in città – ha scritto ancora Urmson – è molto più complesso di un chilometro di autostrada, perché centinaia di oggetti diversi si muovono in base alle diverse regole della strada in aree poco estese”. Prima degli ultimi sviluppi del programma, Google ha provveduto a mappare i segnali di stop in tutto il mondo. È più facile per l’auto fermarsi, che capire quando è il momento di riavviarsi, perché la guida driverless è improntata su un atteggiamento difensivo.
Ad oggi le auto di Google hanno percorso in totale 700 mila miglia in modalità ‘self driving’, la stragrande maggioranza delle quali in autostrada. Tra gli stati Usa, la California sta scrivendo i regolamenti per leggi che regolino la guida senza pilota, mentre Nevada, Florida, Michigan e Washington Dc hanno già messo a punto uno schema di norme per auto senza conducente. Mountain View non ha spiegato come intende portare sul mercato la tecnologia.
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