Milano, 14 mar. (LaPresse/Finanza.com) – Piazza Affari ha chiuso in ribasso ma lontano dai minimi di seduta. L’indice Ftse Mib ha ceduto l’1,19% a 20.346 punti dopo aver toccato un minimo intraday a 20.111 punti. A pesare sull’umore dei mercati la crisi in Ucraina alla vigilia di un weekend che si preannuncia tesissimo per via del referendum in Crimea, in programma domenica 16 marzo. Negli scorsi giorni il Parlamento della penisola aveva approvato la dichiarazione d’indipendenza e domenica la Crimea si appresta a votare l’annessione alla Russia. Il mercato, inoltre, non ha ancora digerito gli ultimi deludenti dati cinesi. Questa mattina la Banca d’Italia ha certificato che il debito pubblico tricolore è tornato a salire: in gennaio il debito è aumentato di 20,5 miliardi attestandosi a 2.089,5 miliardi di euro. Secondo Fitch il Pil italiano crescerà quest’anno dello 0,6% per poi salire all’1% nel 2015.

Le vendite hanno colpito il comparto bancario: Banco Popolare ha ceduto l’1,42% a 17,29 euro, Popolare dell’Emilia Romagna il 2,11% a 8,11 euro, Intesa SanPaolo il 2,80% a 2,152 euro, Mediobanca il 2,20% a 7,55 euro, Ubi Banca il 3,33% a 6,37 euro, Unicredit l’1,44% a 6,16 euro. In decisa controtendenza il Montepaschi che ha svettato sul Ftse Mib con un progresso del 2,02% a 0,231 euro. Il titolo della banca senese ha sfruttato le indiscrezioni riportate questa mattina da Il Messaggero secondo cui il fondo statunitense JC Flowers sarebbe intenzionato a rilevare fino al 20% di Rocca Salimbeni mettendo in campo una cordata che comprende anche Blackstone. Il Montepaschi ha sfruttato anche la promozione arrivata da Credit Suisse che ha alzato il giudizio sulla banca toscana a outperform dal precedente neutral. Male A2A (-3,90% a 0,961 euro) che ha chiuso il 2013 con un utile netto pari a 62 milioni di euro, in deciso calo rispetto ai 260 milioni dell’esercizio precedente, in scia a svalutazioni di asset termoelettrici per 267 milioni di euro. L’utile netto della gestione ordinaria è invece cresciuto del 34,5% a 156 milioni di euro.

Telecom Italia (-1,85% a 0,792 euro) è finita sotto la lente degli analisti di Equita dopo che il management di Generali ha manifestato l’intenzione di uscire dal patto di Telco entro febbraio 2015 o già a giugno di quest’anno. “Vediamo questa situazione come un catalyst positivo speculativo su Telecom Italia – hanno commentato gli esperti di Equita -. Infatti all’eventuale scioglimento di Telco il controllo di Telefonica si limiterebbe al 15% circa di Telecom”.Positiva Saipem (+1,01% a 16,97 euro) che ha accelerato dopo che Gazprom ha reso noto che la controllata di Eni ha ricevuto dal consorzio South Stream un contratto da 2 miliardi di euro per la realizzazione del primo tratto del gasdotto sottomarino nel Mar Nero. La controllante Eni ha limitato i danni con un ribasso dello 0,40% a 17,13 euro. Restando nel comparto energetico le vendite sono state più sostenute su Enel che ha lasciato sul parterre l’1,16% a 3,894 euro.

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