Telecom, finita era Telco si va verso public company, incognita Renzi

Telecom, finita era Telco si va verso public company, incognita Renzi

Milano, 13 mar. (LaPresse) – “Giugno o settembre cambio poco”. Ma quello che c’è di certo è che Telco, il veicolo finanziario nato nel 2007 nel riassetto di Telecom post Tronchetti Provera, non arriverà all’autunno. Le poche parole sul tema, spese stamane dall’a.d. di Generali, Mario Greco, azionista al 30% della società che detiene il 22,4% di Telecom, sembrano aver chiuso un’era. Dopo un anno di alti e bassi, con il ventilato arrivo dei cinesi di H3G e poi quello concretissimo degli spagnoli di Telefonica, ora Telecom da mesi senza presidente e senza una maggioranza reale, sembra pronta alla svolta. Il progetto di public company, sul modello Vodafone, con un board di indipendenti non più espressione di un socio unico, appare possibile. Gongola Marco Fossati, che mesi grazie al suo 5% attraverso la Findim vede l’obiettivo avvicinarsi.

Ma Telco che ruolo avrà? Di certo Mediobanca e Intesa Sanpaolo, oltre alle Generali, sono pronte a scendere da una partecipazione non solo poco strategica, ma soprattutto assai poco remunerativa. Diverso il ruolo che avrà Telefonica, che in assemblea potrà ancora contare sull’appoggio degli ex soci di Telco nell’indicazione del nuovo presidente, che però l’assemblea dove i fondi stranieri sono la maggioranza, potrebbe bocciare, come capitò per un’altra nomina nell’ultima assemblea di dicembre. Ma è anche possibile che i due fronti, Fossati e Telecom alla fine si accordino su un nome condiviso e di garanzia, in queste ore in pole c’è Massimo Tononi, presidente di Borsa Italiana. Per ora l’a.d. Marco Patuano tira dritto, un riassetto verso la ‘public company’ lo tutelerebbe, lui uomo nel gruppo da molti anni e che ne conosce ogni anfratto farebbe comodo ad una Telefonica che si avvicinasse alla plancia di comando.

Di certo l’assemblea del 16 aprile sarà molto movimentata, prima di allora dovranno essere presentate le liste dei candidati al cda, di sicuro per ora si che non ci saranno rappresentanti di Generali, che ha già svalutato la sua partecipazione portando il valore dei suoi titoli a 0,72 euro, meno del valore di mercato così che l’uscita sia più indolore possibile sui conti 2014, dopo che quelli 2013 hanno scontato la perdita. Lo stesso faranno Intesa Sanpaolo, si capirà qualcosa alla presentazione del nuovo piano firmato da Carlo Messina, mentre Mediobanca non aspetta che il momento giusto per lasciare. Quante di queste azioni comprerà Telefonica è tutto da capire, anche perché i problemi con l’antitrust in Brasile hanno raffreddato il ‘caliente’ interesse di Cesar Alierta. E poi c’è ancora da capire Matteo Renzi cosa intende fare, Telecom è privata al 100%, ma l’inquilino di Palazzo Chigi di certo non starà a guardare come fece a suo tempo Massimo D’Alema, imitato da chi è venuto dopo.

Di Jan Pellissier

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