Borsa, Milano chiude in ribasso: giù banche e Telecom

Borsa, Milano chiude in ribasso: giù banche e Telecom

Milano, 7 mar. (LaPresse/Finanza.com) – Piazza Affari ha chiuso in ribasso complici le rinnovate tensioni in Ucraina. Prima la decisione del Parlamento di Crimea di approvare la mozione sull’annessione alla Russia e di convocare un referendum per domenica 16 marzo, poi la minaccia di Gazprom di interrompere le forniture di gas all’Ucraina. Come riportato dalle principali agenzie di stampa l’Ad di Gazprom, Alexei Miller, ha dichiarato che l’Ucraina ha smesso di pagare gas e il colosso russo non può fornire gas gratis. Il rischio è che si ripeta la situazione di inizio 2009 quando la Russia taglio le esportazioni di gas a Kiev. Anche Wall Street, partita con il nuovo record dell’indice S&P 500, si è portata in territorio negativo. Contrastati i dati sul mercato del lavoro Usa di febbraio: sono stati creati 175 mila nuovi posti di lavoro, meglio delle attese, mentre la disoccupazione è salita al 6,7%. In questo quadro a Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha ceduto lo 0,98% a 20.634 punti.

Il Montepaschi (-1,62% a 0,212 euro) è rimasto sotto i riflettori tra scambi boom. Ieri infatti è stato scambiato in Borsa il 15,5% del capitale della banca senese (record assoluto) dopo il 12,5% scambiato nella seduta di mercoledì, quando il titolo aveva mostrato un progresso di circa 20 punti percentuali. Ieri la Fondazione Mps ha ceduto sul mercato l’1,5% limando la sua quota di maggioranza a circa il 30 per cento. La Fondazione ha però smentito la cessione dell’8% di Mps all’hedge fund statunitense Och Ziff. Tra gli investitori restano comunque alte le aspettative di un cambio di assetti nel capitale di Rocca Salimbeni. Debole il resto del comparto bancario: Banco Popolare ha ceduto lo 0,06% a 1,715 euro, Popolare dell’Emilia Romagna il 5,71% a 8,09 euro, Intesa SanPaolo l’1,90% a 2,276 euro, Mediobanca l’1,10% a 7,65 euro, Ubi Banca il 2,58% a 6,425 euro, Unicredit l’1,26% a 5,865 euro. Telecom Italia ha perso il 2,57% a 0,816 euro dopo aver annunciato nel 2013 un rosso di 674 milioni di euro e un indebitamento sceso sotto l’obiettivo dei 27 miliardi di euro. Il gruppo ha poi fatto sapere di aver congelato per quest’anno il dividendo per le azione ordinarie, ma l’Ad Marco Patuano ha assicurato che “alla luce dei segnali di recupero che già cogliamo sul mercato, torneremo a remunerare tutti i soci nel prossimo esercizio”.

Il mercato ha invece apprezzato i conti di Enel Green Power (+1,78% a 2,06 euro) che ha chiuso il 2013 con un utile netto pari a 527 milioni di euro, in crescita del 36,4% rispetto ai 387 milioni del 2012. In miglioramento anche i margini: l’Ebitda è aumentato del 9,9% a 1,78 miliardi, mentre l’Ebit è cresciuto del 14,5% a 1,06 miliardi. In negativo invece la controllante Enel che ha lasciato sul parterre l’1,29% a 3,814 euro. Positiva Finmeccanica (+0,07% a 6,995 euro) dopo che il Cda ha approvato il progetto di un nuovo modello organizzativo e operativo di gruppo per il settore Aerospazio, Difesa e Sicurezza. “Il nuovo modello organizzativo – ha spiegato Finmeccanica in una nota – si muove in linea con analoghe iniziative già intraprese dai maggiori concorrenti con l’obiettivo di dare efficace risposta alle sfide poste dalla trasformazione degli scenari internazionali, caratterizzati dalla riduzione dei budget nei mercati domestici, dal progressivo esaurirsi dei programmi finanziati dai Governi e dall’aumento dei requisiti di competitività”. Restano escluse dalla riorganizzazione le aziende del settore Trasporti destinate al deconsolidamento, le joint venture internazionali del settore spazio e difesa e la controllata Drs Technologies.

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