Roma, 13 feb. (LaPresse) – “Ci si attende un lento recupero del prodotto nell’area dell’euro”. Lo scrive la Bce nel bollettino economico di febbraio, precisando che “i rischi per le prospettive economiche dell’area dell’euro continuano a essere orientati al ribasso”. Per l’Eurotower “si dovrebbe concretizzare un certo miglioramento della domanda interna, sostenuto dall’orientamento accomodante della politica monetaria”, ma “la dinamica dei mercati monetari e finanziari mondiali e le connesse incertezze, soprattutto nei Paesi emergenti, potrebbero essere in grado di influenzare negativamente le condizioni economiche”.
“INFLAZIONE BASSA A LUNGO”. L’eurozona “attraversa un prolungato periodo di bassa inflazione, al quale farà seguito un graduale andamento al rialzo verso livelli inferiori ma prossimi al 2 per cento”, scrive la Bce, che riporta le stime degli economisti del Survey of Professional Forecasters, che vedono una “netta riduzione delle aspettative di inflazione” nell’area della moneta unica “all’1,1 per cento per il 2014 e all’1,4 per cento per il 2015 (con una correzione al ribasso, rispettivamente, di 0,4 e 0,2 punti percentuali)”.
“TASSI RESTERANNO AI MINIMI”. Il bollettino mensile dell’istituto centrale di Francoforte precisa che i tassi di interesse resteranno “su livelli pari o inferiori a quelli attuali per un prolungato periodo di tempo”. “Tale aspettativa – prosegue la Bce – si fonda su prospettive di inflazione complessivamente contenute anche nel medio termine, tenuto conto della debolezza generalizzata dell’economia e della dinamica monetaria modesta”. Il tasso di interesse chiave è attualmente al minimo storico dello 0,25%.
“NEL 2013 BOOM GIOVANI DISOCCUPATI”. La Bce lancia inoltre un allarme sugli under 25 disoccupati. Il tasso di disoccupazione giovanile “è aumentato in maniera particolarmente marcata” nei Paesi dell’eurozona “soggetti a tensioni di mercato”, salendo nel 2013 “su valori compresi fra il 50 e il 60 per cento in Grecia e in Spagna e raggiungendo livelli prossimi al 40 per cento in Italia, Portogallo e Cipro e al 30 per cento in Irlanda”.
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