Roma, 5 feb. (LaPresse) – Per bloccare le cosiddette ‘cartelle pazze’, ovvero quelle che non devono essere versate, da oggi è sufficiente un ‘clic’. Lo riferisce Equitalia, che ha attivato sul suo sito un nuovo servizio telematico che consente ai cittadini di inviare la richiesta di sospensione della riscossione dal proprio computer. “Grazie a Equitalia il fenomeno delle cartelle pazze è ormai relegato al passato”, commenta l’a.d. della società di riscossione, Benedetto Mineo. La richiesta online si aggiunge alle altre modalità di presentazione della domanda già operative: allo sportello, via fax, via e-mail oppure tramite raccomandata con ricevuta di ritorno.

“In questi anni – prosegue Mineo – siamo riusciti a perfezionare i nostri sistemi informatici per evitare quelle situazioni ‘eccezionali’ che sostanzialmente si sono verificate prima della nascita di Equitalia, in cui si riscontravano divergenze tra i dati forniti dagli enti creditori e quanto riportato nelle cartelle notificate ai contribuenti. Qualche problema però si può ancora verificare quando l’ente fornisce a Equitalia informazioni errate o parziali, o quando omette di comunicare eventuali cancellazioni del debito”. Equitalia sottolinea che si può richiedere la sospensione della riscossione direttamente alla società in caso di annullamento del debito da parte dell’ente creditore, di un pagamento già effettuato o di una sentenza favorevole. La domanda va inviata dal contribuente entro 90 giorni dalla notifica dell’atto per cui si chiede la sospensione. Equitalia sospende ogni attività di riscossione e invia tutta la documentazione all’ente creditore il quale verifica la correttezza della documentazione presentata e comunica l’esito sia al contribuente sia a Equitalia per l’eventuale annullamento della cartella. Se dopo 220 giorni dalla presentazione della domanda l’ente creditore non fornisce riscontri, le somme contestate vengono annullate di diritto.

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