Milano, 30 ott. (LaPesse) – Aumenta l’utile netto di Eni grazie alla cessione delle attività nell’est dell’Africa, ma cala la produzione di petrolio a causa dell’instabilità in Nigeria e in Libia e diminuiscono le vendite di gas. Tuttavia, annuncia l’ad Paolo Scaroni, “considerata la natura temporanea di questi fattori e la solidità del nostro business avvieremo il programma di buy back”.

Nel terzo trimestre 2013 Eni ha realizzato un utile netto di 3,99 miliardi di euro, in aumento del 61,9% rispetto al terzo trimestre 2012 per effetto della plusvalenza al netto dei relativi oneri fiscali di 3 miliardi registrata sulla cessione del 28,57% di Eni East Africa, titolare del 70% dei diritti minerari dell’Area 4 di scoperta in Mozambico, alla compagnia cinese China National Petroleum Corporation. Tale beneficio è stato in parte compensato dalla flessione dell’utile operativo e da altre variazioni. Nei nove mesi 2013 l’utile netto di 5,81 miliardi di euro è diminuito del 5,8%.

Nel trimestre l’utile netto adjusted è stato pari a 1,17 miliardi, in flessione del 29,4% depurando il trimestre di confronto del contributo Snam alle continuing operations. La diminuzione è dovuta al peggioramento della performance operativa, ai minori risultati delle partecipazioni industriali e all’aumento di circa 10 punti percentuali del tax rate consolidato (63,4%) che riflette il contributo proporzionalmente più elevato del settore Exploration & Production, soggetto a maggiori aliquote fiscali. Nei nove mesi 2013 l’utile netto adjusted di 3,13 miliardi di euro è diminuito del 41% rispetto allo stesso periodo del 2012 depurando il risultato del periodo di confronto del contributo Snam alle continuing operations. Il tax rate adjusted aumenta di 11 punti percentuali.

“Nel terzo trimestre – commenta l’ad Paolo Scaroni – abbiamo ottenuto importanti successi esplorativi, compiuto eccellenti progressi nello sviluppo con nuovi start-up e monetizzato parte della nostra partecipazione in Mozambico. Questi risultati consolidano la nostra redditività in un trimestre che ha risentito ancora delle difficili condizioni dei mercati europei del mid e downstream, delle riduzioni straordinarie delle produzioni in Nigeria e Libia e dell’apprezzamento dell’euro”.

Nel terzo trimestre 2013 la produzione di 1,653 milioni di boe (barili equivalenti di petrolio) al giorno ha registrato una flessione del 3,8% rispetto al terzo trimestre 2012 a causa degli impatti rilevanti degli eventi di forza maggiore in Nigeria e Libia (circa 50 mila boe/giorno). Il contributo degli avvii di nuovi giacimenti e la crescita dei campi avviati principalmente in Russia, Algeria, Angola ed Egitto, hanno invece assorbito l’effetto di fermate programmate, in particolare nel Mare del Nord, e i declini delle produzioni mature. Il calo delle produzioni nei nove mesi del 2013 (-3,1%) è dovuto agli stessi motivi del trimestre.

Nel terzo trimestre 2013 le vendite di gas di Eni, pari a 18,35 miliardi di metri cubi, hanno registrato una flessione di 1,13 miliardi di metri cubi (-5,8%) a causa principalmente dell’utilizzo della flessibilità ottenuta dalla rinegoziazione dei contratti di approvvigionamento longterm, in un quadro di perdurante debolezza della domanda, pressione competitiva ed eccesso di offerta. Le vendite in Italia hanno evidenziato tuttavia al contrario un leggero aumento (+2,9% a 6,13 miliardi di metri cubi nel trimestre) grazie ai maggiori volumi spot che hanno compensato il continuo deterioramento del settore termoelettrico.

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