Roma, 26 ott. (LaPresse) – Tra novembre e dicembre le imprese dovranno onorare ben 28 scadenze fiscali e contributive che costeranno almeno 76 miliardi di euro. La denuncia è sollevata dal segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi: “A seguito di ben 28 scadenze fiscali e contributive – spiega – che si concentreranno nei prossimi mesi di novembre e dicembre, le imprese italiane saranno chiamate a versare allo Stato e agli Enti locali almeno 76 miliardi di euro. Sfiancate dalla crisi e sempre più a corto di liquidità, c’è il pericolo che molte piccole e micro imprese non riescano a superare questo vero e proprio stress test fiscale”.
Secondo una stima della Cgia, l’imposta che richiederà lo sforzo finanziario più importante è l’Iva: le imprese dovranno versare all’erario 26,5 miliardi di euro. L’acconto Ires, vale a dire l’imposta sul reddito delle società di capitali, garantirà alle casse dello Stato 16,9 miliardi di euro, mentre il pagamento dell’acconto Irap (Imposta regionale sulle attività produttive) porterà altri 11,6 miliardi di euro di gettito.
Le altre scadenze che gli imprenditori dovranno onorare sono le ritenute Irpef dei lavoratori dipendenti del settore privato e quelle riferite ai lavoratori autonomi (pari a 12 miliardi di euro), gli acconti Irpef (4,8 miliardi) e il pagamento della seconda rata dell’Imu (4,4 miliardi). Dal gettito complessivo, pari a poco più di 76 miliardi di euro, non sono state incluse le cifre riguardanti i versamenti relativi all’ultima rata della Tares (la nuova tassa sui rifiuti) e i contributi Inps a carico delle imprese e dei dipendenti.
La Cgia ha calcolato anche gli effetti che queste scadenze avranno sulle micro imprese. L’ammontare della spesa, per una Srl con 12 addetti, supererà i 54.500 euro. In tutti i casi presi in esame, l’ufficio studi della Cgia ha tenuto conto delle seguenti novità legislative: l’incremento dell’aliquota ordinaria dal 21% al 22% è scattato il 1° ottobre scorso, il fatto che verso la metà del prossimo mese di dicembre gli imprenditori saranno chiamati al versamento della seconda rata dell’Imu (grazie alle disposizioni introdotte nei giorni scorsi dal Disegno di legge di Stabilità, già da quest’anno possono dedurre dal reddito di impresa il 20% dell’Imu); l’applicazione del nuovo tributo ambientale Tares posticipata a fine anno.
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