Milano, 23 ott. (LaPresse/Finanza.com) – Piazza Affari ha chiuso in deciso ribasso con l’indice Ftse Mib che ha perso la soglia dei 19.000 punti. Il paniere principale di Milano ha perso il 2,38% a 18.910 punti complice la debacle del comparto bancario arrivata nel giorno dell’annuncio della Bce dell’esame della qualità degli attivi sugli istituti dell’Eurozona. Le banche italiane coinvolte saranno 15. Oggi la Confindustria ha confermato che la ripresa dell’economia italiana prenderà forza in autunno criticando però la legge di Stabilità appena varata dal Governo e che ora dovrà affrontare l’esame del Parlamento. L’attenzione degli investitori è già rivolta alla prossima settimana quando si riunirà la Federal Reserve. Il ritmo di crescita delle non farm payrolls (148 mila unità a settembre) ha alimentato le aspettative di un rinvio al prossimo anno dell’avvio del tapering, ovvero la riduzione del piano di acquisto titoli da 85 miliardi di dollari.

Vendite sulle banche dopo i guadagni delle ultime sedute. Questa mattina la Bce ha annunciato che l’esame sulla qualità degli attivi sulle principali banche europee inizierà a novembre e durerà 12 mesi. E così i titoli bancari sono scivolati sul fondo del Ftse Mib: Popolare dell’Emilia Romagna ha ceduto il 5,99% a 6,825 euro, Popolare di Milano il 5,31% a 0,484 euro, Banco Popolare il 5,51% a 1,422 euro, Montepaschi il 6,49% a 0,217 euro, Ubi Banca il 3,71% a 4,858 euro, Intesa SanPaolo il 2,61% a 1,793 euro, Unicredit il 3,32% a 5,39 euro. La maglia nera è stata indossata da STM (-9,56% a 5,77 euro) che ha chiuso il terzo trimestre con ricavi in calo del 7,1% a 2,01 miliardi di dollari. Gli analisti avevano pronosticato un fatturato di 2,05 miliardi di dollari. Il gruppo dei chip ha chiuso il trimestre con una perdita di 142 milioni di dollari, in miglioramento rispetto al rosso di 478 milioni dello stesso periodo dello scorso anno.Fiat (-2,05% a 5,985 euro) si prepara al test dei conti relativi al terzo trimestre del 2013 che verranno pubblicati mercoledì 30 ottobre. Secondo il consensus degli analisti pubblicato sul sito del Lingotto, nel terzo trimestre il trading profit del gruppo torinese si attesterà a 915 milioni di euro, dei quali 790 milioni saranno generati da Chrysler. L’utile netto è visto a 265 milioni di euro, mentre il debito netto industriale dovrebbe attestarsi a 7,6 miliardi. Resta caldo il tema delle cessioni di Generali (-1,73% a 17,03 euro). Secondo quanto riportato da Reuters, le probabilità di vendita di BSI (Banca della Svizzera Italiana) sarebbero ormai ridotte a causa delle divergenze sul prezzo e quindi la compagnia assicurative starebbe pensando ad altre opzioni, tra cui l’Ipo.

Telecom Italia (-0,83% a 0,72 euro) ancora sotto i riflettori in attesa della pubblicazione dei conti trimestrali e della presentazione del piano 2014-2016 in programma per l’8 novembre. Secondo alcune indiscrezioni di stampa, nel piano non sarà presente la cessione di Tim Brasil e lo spin-off della rete. Su quest’ultimo punto però potrebbe essere pressante l’azione del Governo, in vista anche del prossimo incontro tra il premier Enrico Letta e Cesar Alierta, numero uno di Telefonica. “La rinuncia alla vendita di Tim Brasil sarebbe a nostro avviso un elemento abbastanza negativo”, ha commentato Equita nel report odierno confermando il giudizio su Telecom Italia hold con target price a 0,65 euro.

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