Roma, 25 set. (LaPresse) – “Allo stato delle cose” la risposta del custode giudiziario conferma che “la paralisi aziendale resta assoluta”. Lo scrive in una nota Riva Acciaio, spiegando che il custode ha comunicato al gruppo che “le somme sequestrate sui conti correnti, che sono indispensabili per il pagamento degli stipendi e dei fornitori, non potranno essere restituite” alla società. Nella sua risposta all’azienda, precisa il gruppo Riva, il custode ha specificato che egli stesso “potrà amministrare direttamente le somme sequestrate ed effettuare pagamenti per conto dell’azienda solo se Riva Acciaio garantirà con fideiussione bancaria il rimborso all’Autorità Giudiziaria di quanto usato dal custode”. La società specifica tuttavia che “nella realtà dei fatti, ciò è di fatto impossibile: Riva Acciaio non può avere fideiussioni bancarie poiché le banche hanno sospeso ogni operatività con l’azienda in conseguenza del sequestro”.

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