Jackson Hole (Wyoming, Usa), 22 ago. (LaPresse/AP) – “L’architetto della deregulation bancaria, che trasformò le banche puritane in casinò e i banchieri in papponi, può essere il prossimo numero uno della Fed: Summers”. A scriverlo in un tweet non è un politico Usa, né un economista o un grande manager, bensì la cantante e attrice, Bette Midler, che in carriera non ha mai vinto un Nobel per l’Economia, ma tre Grammy. Il sarcasmo della Midler dimostra come la battaglia per la successione alla guida della Banca centrale abbia raggiunto negli Stati Uniti un livello insolitamente pubblico. Il mandato dell’attuale presidente, Ben Bernanke, scade a gennaio e il numero uno della Fed dovrebbe dare le dimissioni. A contendersi la sua eredità ci sono il suo vice, Janet Yellen, e l’ex segretario al Tesoro, Larry Summers. La Midler critica gli sforzi di Summers che, prima della crisi finanziaria del 2008, si era opposto a una maggiore regolamentazione sugli investimenti rischiosi degli istituti di credito, che hanno prodotto la bolla dei subprime. La sua sfidante, Janet Yellen, interverrà nel corso del tradizionale simposio ospitato dalla Federal Reserve di Kansas City, a Jackson Hole, che si chiuderà sabato. Non ci sarà infatti Bernanke, insieme ad altri assenti eccellenti come il presidente della Bce, Mario Draghi, e il nuovo Governatore della Bank of England, Mark Carney, che hanno inviato i loro vice. Presenti, invece, il numero uno della Bank of Japan, Haruiko Kuroda, il direttore generale del Fmi, Christine Lagarde, e i presidenti del Banco do Brazil e della Swiss National Bank.
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