Roma, 25 lug. (LaPresse) – In Italia economia “in nero” e la pressione fiscale reale sono al top tra le principale economie mondiali. E’ quanto emerge da una ricerca dell’Ufficio Studi di Confcommercio. Il sommerso economico in Italia è al 17,4% del Pil nel 2012-2013, una percentuale che porta l’imponibile ogni anno sottratto al fisco a 272 miliardi di euro. “Il sommerso in Italia risulta più elevato che nella maggior parte delle economie avanzate”, afferma l’associazione. In Messico vale l’11,9% del Pil, in Spagna il 9,5%, nel Regno Unito il 6,7%, negli Stati Uniti il 5,3%, in Svezia e in Austria il 4,7%, in Francia il 3,9%, in Irlanda il 3,3%, il Belgio il 2,7%, in Canada il 2,2% e in Danimarca l’1,9%. In Australia, Olanda e Norvegia l’economia sommersa è sotto l’1% del Pil.
La pressione fiscale effettiva, il gettito cioé osservato in percentuale di Pil emerso, si attesta quest’anno al 54%, “al top fra le economie avanzate”, sottolinea ancora l’Ufficio Studi di Confcommercio. La pressione fiscale apparente, secondo calcoli prudenziali che non includono aumenti Iva ma solo quelli su Imu e Tares, è invece al 44,6% del Pil nel 2013. n Danimarca la pressione fiscale effettiva è al 51,1% del Pil, in Francia al 50,3%, in Belgio al 49,3%, in Austria al 46,8%, in Svezia al 46,7%, in Norvegia al 42,3%, in Olanda al 40,8%, nel Regno Unito al 40,4%, in Spagna al 36,7%, in Australia al 34,8%, in Canada al 31,9%. Chiudono la classifica Irlanda (28,4%) Stati Uniti (27,9%) e Messico (26,2%). L’Italia è poi uno dei Paesi in cui la pressione fiscale è cresciuta di più tra il 2000 e il 2013 (+2,7%), passando dal 41,9 al 44,6%. In Portogallo il peso delle tasse nel periodo 2000-2013 è cresciuto del 3,2%, in Giappone del 2,6% e in Francia del 2,3%.
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