Roma, 1 giu. (LaPresse) – E’ stata introdotta nel nostro ordinamento fiscale 40 anni fa e in questo periodo di tempo l’Iva è variata otto volte raggiungendo il valore massimo del 21%, quello attualmente in vigore e che tra un mese potrebbe aumentare di un altro punto. Nonostante l’aliquota ordinaria sia salita dal 20 al 21%, il gettito Iva, tra la metà di settembre del 2011 ed il dicembre del 2012, è diminuito di 3,5 miliardi di euro. Lo rende noto la Cgia di Mestre. In ambito europeo dal 1973 al gennaio di quest’anno, l’incremento più importante si è registrato proprio in Italia. Se nel 1973 l’aliquota era al 12% ora si attesta al 21%, con un aumento di 9 punti. Seguono la Germania, con una variazione di +8 punti (era all’11%, adesso si attesta al 19%), l’Olanda, con un aumento di 5 punti (16% nel 1973, 21% nel 2013), l’Austria e il Belgio, con degli aumenti registrati nel periodo preso in esame rispettivamente del +4 e del +3. La Francia è l’unico Paese preso in considerazione da questa analisi che ha visto diminuire il peso dell’aliquota di questa imposta. Se nel 1973 era al 20%, ora si attesta al 19,6% (-0,4).
“Se è vero che in questi 40 anni – spiega il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi – abbiamo registrato l’incremento d’aliquota più significativo, è altresì vero che nel 1973 quella applicata in Italia era, ad esclusione della Germania, la più contenuta. Tuttavia, se l’aumento previsto dal prossimo mese di luglio non verrà scongiurato, i consumatori italiani si troveranno a subire l’aliquota Iva ordinaria più elevata tra tutti i principali paesi dell’area dell’euro”.
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