Milano, 9 mag. (LaPresse/Finanza.com) – La Borsa di Milano ha chiuso in ribasso, zavorrata dal comparto bancario, tirando il freno dopo i guadagni delle ultime sedute. Il listino milanese ha provato un timido tentativo di recupero nel pomeriggio dopo il dato Usa sulle richieste settimanali di sussidi di disoccupazione, che sono scese a 323 mila unità ovvero sul livello più basso dal gennaio 2008. Gli analisti si attendevano 335 mila unità. Le Banche centrali continuano a monopolizzare l’attenzione degli investitori. La Bank of Korea, dopo setti mesi di pausa, ha deciso di abbassare il costo del denaro di un quarto di punto al 2,50%. La mossa di Seul è volta a sostenere la ripresa del Paese asiatico a fronte della debolezza dello yen, favorita dall’allentamento quantitativo applicato da Tokyo. Inoltre questa mattina l’inflazione cinese ad aprile è cresciuta del 2,4%, un dato superiore al +2,1% precedente e al 2,2% stimato dagli analisti. E così a Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha ceduto lo 0,96% a 17.090 punti.
Settore bancario sotto i riflettori. La Popolare di Milano è crollata con un tonfo dell’8,93% a 0,467 euro in scia alle indiscrezioni su una possibile rinuncia alla trasformazione in Spa. Mediobanca ha lasciato sul parterre il 2,77% a 4,844 euro dopo aver archiviato i primi nove mesi dell’esercizio fiscale 2012-2013 con un utile netto pari a 37 milioni di euro contro i 105 milioni riportati nello stesso periodo dell’anno scorso. L’ultimo trimestre in particolare, ha spiegato Piazzetta Cuccia, sconta le perdite legate al piano di rilancio e di revisione degli attivi attuato da Assicurazioni Generali per 139 milioni di euro. Vendite anche sugli altri titoli delle banche: Unicredit ha ceduto il 2,45% a 4,064 euro, Ubi Banca il 2,10% a 3,35 euro, Intesa SanPaolo l’1,72% a 1,37 euro, Banco Popolare lo 0,75% a 1,185 euro, Monte dei Paschi l’1,39% a 0,219 euro.
Negativa la performance di Snam (-5,09% a 3,652 euro) dopo che Eni ha concluso il collocamento delle 395 milioni di azioni ordinarie, pari all’11,69%, del capitale della società che controlla rete gas nazionale. Il corrispettivo complessivo dell’offerta è risultato pari a 1,45 miliardi di euro. La cessione delle azioni è stata chiusa ad un prezzo finale pari a 3,69 euro per azione. A2A (-0,56% a 0,626 euro) ha pagato la bocciatura di Citigroup che ha tagliato il giudizio sulla multiutility lombarda a sell dal precedente neutral. Di contro, tra i migliori di seduta Fondiaria-Sai (+3,77% a 1,678 euro) e Telecom Italia (+2,35% a 0,652 euro) entrambe all’indomani dei conti. FonSai ha chiuso il primo trimestre con un utile di 99,4 milioni di euro, in decisa crescita dai 29,1 milioni di un anno fa. Nei primi tre mesi del 2013 Telecom Italia ha visto scendere i ricavi dell’8,1% a 6,79 miliardi e i profitti a 364 da 605 milioni. Il gruppo ha deciso di proseguire gli approfondimenti per una possibile integrazione con 3Italia. Bene Mediaset (+1,68% a 2,178 euro) in scia alla promozione di Morgan Stanley che ha alzato il giudizio sul titolo di Cologno Monzese a equalweight dal precedente underweight portando il target price a 2 euro da 1,25 euro. “Dopo anni di marcate sottoperformance ci aspettiamo che il mix di contenimento dei costi e delle potenziale stabilizzazione macro renderà meno probabili grandi scivoloni”, hanno spiegato gli analisti della banca statunitense.
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