Roma, 23 apr. (LaPresse) – Per la spesa quotidiana è costretto a ricorrere al discount il 62,3% delle famiglie, “con un aumento di quasi nove punti percentuali nell’arco di soli dodici mesi”. Lo ha affermato il presidente dell’Istat, Enrico Giovannini, nel corso di un’audizione alle commissioni speciali di Camera e Senato sul Documento di economia e finanza. “Per far fronte alle difficoltà economiche – ha chiarito Giovannini – le famiglie acquistano presso luoghi di distribuzione a prezzi più contenuti e riducono la quantità e la qualità dei prodotti acquistati”. La punta massima del fenomeno si è verificata nel Mezzogiorno (dal 65% al 73%), ma in termini incrementali si sono avute variazioni anche più ampie al Nord, dove il salto è stato di quasi 10 punti percentuali (dal 46% al 55,5%), e al Centro (dal 53% a quasi il 62%).
Aumenta anche la quota di famiglie che acquistano generi alimentari presso l’hard discount (dal 10,5% al 12,3%), soprattutto nel Nord (dall’8,5% al 10,9%) dove, del resto, queste forme di distribuzione sono maggiormente diffuse. Inoltre Giovannini ha rilevato che circa il 71% delle famiglie italiane ha modificato quantità e qualità dei prodotti acquistati, mentre tra le spese non alimentari sono diminuite quelle dirette verso i beni durevoli, come elettrodomestici e accessori per la casa. “Sono state poi quasi eliminate – ha precisato Giovannini – le spese per visite mediche, analisi cliniche ed esami radiologici, mantenendo quella, incomprimibile, per medicinali”.
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