Nicosia (Cipro), 18 mar. (LaPresse/AP) – Cipro prende tempo e rinvia a domani il voto in Parlamento sulla misura del prelievo forzoso sui depositi bancari necessario a ottenere il prestito internazionale di 10 miliardi di euro dal fondo Esm. Il Parlamento di Nicosia sta infatti discutendo della possibilità di modificare le aliquote di prelievo, per incidere meno sui piccoli risparmiatori. Se inizialmente il prelievo era stato fissato come tassa una tantum del 6,76%, per i titolari di conti nelle banche cipriote inferiori a 100mila euro, e del 9,9% per i titolari di depositi superiori, secondo l’ipotesi di modifica la tassa passerebbe al 3% sui depositi al di sotto dei 100mila euro e al 15% per i depositi sopra i 500mila euro. Questo consentirebbe di non ridurre l’ammontare complessivo di 5,8 miliardi di euro che si prevede di raccogliere con l’introduzione del prelievo forzoso.
Qualunque modifica andrà approvata dagli altri ministri della zona euro prima che il Parlamento cipriota possa votare. E proprio per questo, i ministri si sono riuniti questa sera in conference call. Al termine della riunione hanno emesso un comunicato. “L’Eurogruppo – si legge nella nota – continua a essere del parere che i titolari di piccoli depositi bancari debbano essere trattati in modo differente rispetto ai grandi correntisti, e riafferma l’importanza di una piena garanzia dei depositi al di sotto dei 100mila euro”. I ministri sottolineano quindi la necessità di introdurre una maggiore “progressività” nel prelievo forzoso sui conti rispetto a quanto concordato due giorni fa, ma a condizione che la cifra raccolta rimanga quella stabilita.
Ma più passa il tempo, più il governo di Nicosia punta il dito contro il meccanismo del prelievo forzoso. Benché la valuti migliore rispetto ad altre proposte, il ministro delle Finanze di Cipro, Michalis Sarris, ha definito il prelievo “una cattiva idea” che l’eurozona “ha imposto” al Paese. E il portavoce del governo, Christos Stylianides, parla addirittura di “tattiche ricattatorie” contro Cipro da parte degli altri Paesi dell’euro. Intanto, la Banca centrale cipriota ha comunicato che le banche del Paese rimarranno chiuse fino a giovedì, mentre la popolazione manifesta in piazza. Centinaia di persone si sono riunite oggi davanti al Parlamento urlando: “Ladri, ladri!”. “Siamo molto arrabbiati, traditi, feriti e delusi”, commenta una dei manifestanti, Andriana Constantinou.
Il voto in programma in Parlamento fa presagire una dura battaglia. Già 25 dei 56 deputati hanno infatti annunciato che voteranno contro il prelievo forzoso. Tra i contrari, i deputati del partito comunista Akel, del socialista Edek e dei Verdi. In dubbio il sostegno del partito di centrodestra Diko, alleato del governo, che detiene 8 seggi.
Grande l’attenzione sulla vicenda cipriota fuori confine. Da Washington, il portavoce della Casa Bianca Jay Carney fa sapere che gli Stati Uniti stanno “monitorando la situazione”. Mentre il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz chiede di dispensare dal prelievo i depositi inferiori a 25mila euro. Critico sulla misura il presidente russo Valdimir Putin secondo cui, riferisce il suo portavoce Dmitry Peskov, “una simile decisione, se fosse presa, sarebbe ingiusta, poco professionale e pericolosa”. Le aziende russe hanno circa 19 miliardi di dollari in depositi su conti bancari a Cipro. Per anni, infatti, i russi hanno considerato il Paese un luogo favorevole per gli investitori, con imposte basse e una debole normativa sulle banche.
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