di redazione web,
9 Febbraio 2013 11:55
Bergamo, 9 feb. (LaPresse) – Il problema in Italia come all’estero è anche dentro alle banche, serve più pulizia nei bilanci e nel personale. A ribadirlo con forza Ignazio Visco, anche sull’onda del caso Mps al Forex di Bergamo. Negli ultimi anni “all’intrinseca difficoltà di valutare la qualità dei prestiti erogati si è aggiunta quella di comprendere appieno l’effettivo ruolo dei prodotti finanziari strutturati che gli intermediari detengono con finalità di investimento o di copertura dei rischi” spiega Visco. “Con la crisi, si è affermata la necessità di una regolamentazione stringente del mercato dei derivati – aggiunge visco – occorre proseguire più speditamente, superando le difficoltà attuative, in particolare per le operazioni transnazionali, e le resistenze da parte dell’industria”. “È in atto a livello internazionale un’opportuna riflessione sull’assetto organizzativo delle banche, sulla necessità di separare la tradizionale attività creditizia da quella svolta in campo finanziario” ribadisce Visco. “Occorrerà evitare che i rischi migrino verso il sistema bancario ‘ombra’, quell’insieme di intermediari, prodotti e mercati che sfuggono alle maglie della regolamentazione – aggiunge Visco – non va dimenticato che la crisi finanziaria globale ha avuto origine nel mercato statunitense delle cartolarizzazioni, in larga parte popolato da operatori non – o scarsamente – regolamentati”.
In attesa che accada tutto ciò, “è fondamentale il ruolo svolto da un sistema di controlli interni alle banche robusto e scrupoloso, soprattutto quando si opera in comparti connotati da un elevato grado di complessità e innovazione, per evitare un’eccessiva assunzione di rischi” auspica Visco. “Nel caso di comportamenti impropri si ricerchi la verità, senza sconti; si controllino scrupolosamente notizie e supposizioni. Ipotesi e giudizi incontrollati, a volte infondati e temerari, possono provocare danni gravi per i risparmiatori, le istituzioni, la collettività. Il risparmio è tutelato dalla Costituzione, dalla legge, dall’ordinamento europeo. Ne siamo consapevoli, operiamo con tutte le nostre forze a sostegno di questa tutela” prosegue Visco. Nel sistema bancario “va rafforzata la qualità del capitale umano, cruciale nelle attività di valutazione del merito di credito e nella gestione dei rischi” aggiunge Visco. Sempre in quest’ottica, “anche i compensi pagati in caso di conclusione anticipata dei rapporti di lavoro devono essere legati in modo chiaro ed efficace ai risultati conseguiti: la determinazione delle buonuscite deve essere basata su adeguati meccanismi di valutazione dell’operato del manager”. “Il compenso deve essere differito per un periodo di tempo congruo, che consenta di convalidare la bontà della gestione. Se non si registrerà un adeguamento spontaneo a questi principi, norme e controlli andranno resi più stringenti” aggiunge Visco.
Tornando ai bilanci Visco constata che: “Negli anni scorsi le banche italiane hanno notevolmente incrementato le risorse patrimoniali, soprattutto quelle di migliore qualità (core tier 1). Dal 2007 la dotazione di queste ultime nel sistema è cresciuta, in rapporto alle attività ponderate, dal 7,1 al 10,4 per cento. Per i cinque maggiori gruppi bancari, che dal 2011 hanno raccolto sul mercato capitale di rischio per oltre 17 miliardi, il core tier 1 ratio è cresciuto in media dal 5,7 al 10,8 per cento; l’indicatore si attesta all’8,8 per cento per gli altri gruppi bancari e al 13,8 per cento per le banche minori, prevalentemente di credito cooperativo”. Ma non basta: “La situazione patrimoniale degli istituti minori è nel complesso adeguata. Alcuni gruppi di grandi e medie dimensioni devono ancora proseguire nel percorso di ampliamento dei mezzi propri” conclude Visco.
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