Washington (Usa), 5 feb. (LaPresse/AP) – Il dipartimento della Giustizia degli Stati Uniti ha avviato una causa civile contro l’agenzia di rating Standard & Poor’s, accusata di aver dato valutazioni troppo alte ad alcuni titoli legati a mutui ipotecari, le cosiddette ‘mortgage backed securities’, contribuendo allo scoppio della crisi finanziaria del 2008. L’agenzia, ha dichiarato in conferenza stampa l’Associate Attorney General Tony West, rischia di dover pagare “perlomeno” più di 5 miliardi di dollari.
LE ACCUSE DELL’AMMINISTRAZIONE OBAMA. Nei documenti depositati presso la Corte federale di Los Angeles, il governo americano sostiene che S&P abbia gonfiato consapevolmente il rating sui mutui subprime e lo avrebbe fatto per aumentare i suoi guadagni. Standard & Poor’s sapeva che i prezzi delle case stavano crollando e che i creditori avevano difficoltà a ripagare i prestiti, sostiene l’amministrazione Obama nei documenti, ma questo non si rifletteva nel rating assegnato, che indicava i titoli come investimenti sicuri. Inoltre almeno un amministratore di S&P avrebbe sollevato preoccupazioni sui metodi della società per la valutazione degli investimenti, ma venne ignorato. Alcuni executive dell’agenzia avrebbero espresso timori che l’abbassamento del rating su alcuni tipi di prodotti avrebbe irritato i clienti, portandoli a vendere quegli investimenti portando affari ai rivali di S&P.
AZIONI LEGALI ANCHE DA ALCUNI STATI USA. Si tratta di una pietra miliare per il dipartimento della Giustizia, a lungo criticato per non aver risposto in modo aggressivo contro le società che hanno contribuito alla crisi. Il dipartimento della Giustizia ha fatto sapere che al suo fianco si uniranno nella causa civile diversi Stati. Intanto cause simili contro Standard & Poor’s sono state presentate, o lo saranno a breve, da California, Connecticut, Delaware, District of Columbia, Illinois, Iowa e Mississippi. Le agenzie di rating sono accusate da più parti di aver contribuito alla crisi finanziaria che ha causato la peggiore recessione dai tempi della Grande depressione. “Detta in modo semplice, questa presunta condotta è oltraggiosa e va al cuore della recente crisi finanziaria”, ha detto durante una conferenza stampa l’Attorney General americano, Eric Holder, che ha definito il caso “un importante passo avanti nei nostri sforzi in corso per indagare e punire la condotta che si ritiene abbia contribuito alla peggiore crisi economica della storia recente”.
LA REPLICA DI STANDARD & POOR’S. Non si è fatta attendere la replica di Standard & Poor’s. “Il senno di poi non è una base per intraprendere un’azione legale contro le opinioni in buona fede di professionisti”, afferma in una nota. S&P respinge le accuse e afferma che la causa è immotivata. “Le accuse secondo le quali abbiamo tenuto i rating alti quando sapevamo che dovevano essere più bassi è semplicemente non vera”, afferma l’agenzia, aggiungendo che le valutazioni “riflettevano i nostri migliori giudizi in quel momento” e che anche altre agenzie avevano assegnato gli stessi rating alti. L’agenzia inoltre rilancia affermando che anche il governo ha fallito nel prevedere la crisi dei mutui subprime. L’amministrazione però, da parte sua, sostiene che l’agenzia fosse più preoccupata di fare soldi che di diffondere rating accurati.
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