Roma, 5 feb. (LaPresse) – “Il condono fiscale ha la ragione di deflazionare il contenzioso, di realizzare introiti in tempi rapidi che difficilmente potrebbero essere realizzati e le motivazioni di un condono sono abbastanza intuitive e fondate. Se funziona o meno, dipende dalle leggi”. Lo ha detto il procuratore generale della Corte dei Conti, Salvatore Nottola, nel corso di una conferenza stampa al termine dell’inaugurazione dell’anno giudiziario dell’organismo contabile. “Stiamo parlando – ha aggiunto Nottola – di condono fiscale perchè quello edilizio è un’altra cosa ed è proprio da evitare”. In riferimento ai condoni passati, Nottola ha sottolineato che “il gettito previsto non è stato interamente effettuato. In quel caso il condono si risolve in una sanatoria generalizzata del mancato versamento imposto”. In merito alla proposta di un “condono tombale”, avanzata da Silvio Berlusconi, il procuratore generale dell’organismo contabile ha detto: “Non posso rispondere su cosa ne penso del condono tombale perchè significa dire cosa ne penso della politica del governo e io su questo non posso interloquire. Come magistrato mi limito ad applicare le leggi e a vedere, quando sono promulgate, di segnalare le eventuali difficoltà che si frappongono all’applicazione delle leggi e agli effetti più o meni virtuosi”.

Ma dalla Corte dei conti è arrivato anche l’allarme sulla corruzione: “La natura sistemica della corruzione – ha detto presidente della Corte dei conti, Luigi Giampaolino – ha comportato un ingigantimento del bene giuridico offeso e una rarefazione del contenuto di disvalore dei singoli comportamenti di corruzione. La corruzione sistemica, oltre al prestigio, all’imparzialità e al buon andamento della pubblica amministrazione, pregiudica, da un lato, la legittimazione stessa delle pubbliche amministrazioni e, dall’altro, l’economia della nazione”.

Per questo, ha sottolineato, “la risposta” alla corruzione “non può essere di soli puntuali, limitati, interventi circoscritti, per di più su singole norme del codice penale, ma la risposta deve essere articolata ed anch’essa sistemica”. “La metamorfosi del fenomeno criminale – ha proseguito Giampaolino – ha comportato un significativo mutamento della natura del disvalore dei fatti di corruzione e del bene giuridico offeso”. Il presidente della Corte dei Conti ha sottolineato l’importanza “della parte amministrativa” della legge anticorruzione 190/2012 “che assume la portata di una riforma delle pubbliche amministrazioni ai fini della prevenzione e della lotta alla corruzione, riforma che attende ora la sua prova più difficile, quella della realizzazione”.

Secondo Nottola negli ultimi 10 anni le frodi all’Unione europea, in tema di infrastrutture, hanno fruttato oltre un miliardo di euro. “Sono ben note – ha spiegato – le situazioni di dissesto finanziario nelle quali spesso si trovano gli enti partecipati, le condotte illecite che si sostanziano in in acquisti poco avveduti, illegittime assunzioni di personale e di consulenti, e non raramente fatti di rilevanza penale: proprio nelle aree di coesistenza di capitali ‘pubblici’ e ‘privati’ vanno di frequente ad annidarsi fenomeni di corruzione”.

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