Taranto, 26 nov. (LaPresse) – Il sequestro preventivo notificato oggi dal Gip di Taranto “comporterà in modo immediato e ineluttabile l’impossibilità di commercializzare i prodotti e, per conseguenza, la cessazione di ogni attività nonché la chiusura dello stabilimento di Taranto” dell’Ilva “e di tutti gli stabilimenti del gruppo che dipendono, per la propria attività, dalle forniture dello stabilimento di Taranto”. Lo annuncia la stessa azienda in una nota.

“La Società – spiega l’Ilva – proporrà impugnazione avverso il provvedimento di sequestro e, nell’attesa della definizione del giudizio di impugnazione, ottempererà all’ordine impartito dal Gip di Taranto”. L’azienda ribadisce di non essere “parte processuale nel procedimento penale ed è quindi estranea a tutte le contestazioni ad oggi formulate dalla Pubblica Accusa”. Inoltre, si legge nella nota “lo stabilimento Ilva di Taranto è autorizzato all’esercizio dell’attività produttiva dal decreto del Ministero dell’Ambiente in data 26.10.2012 di revisione dell’AIA” e “il provvedimento di sequestro emesso dal Gip di Taranto in data odierna si pone in radicale e insanabile contrasto rispetto al provvedimento autorizzativo del Ministero dell’Ambiente”.

L’azienda ha messo a disposizione sul suo sito internet le consulenze “che attestano la piena conformità delle emissioni dello stabilimento di Taranto ai limiti e alle prescrizioni di legge, ai regolamenti e alle autorizzazioni ministeriali, nonché l’assenza di un pericolo per la salute pubblica”. “Ilva – si legge ancora nella nota – ribadisce con forza l’assoluta inconsistenza di qualsiasi eccesso di mortalità ascrivibile alla propria attività industriale, così come le consulenze epidemiologiche sopraccitate inequivocabilmente attestano”.

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