Roma, 23 ott. (LaPresse) – Cinque milioni di pensionati percepiranno 1.135 euro in meno per il biennio 2012-2013 per il blocco della rivalutazione annuale delle pensioni superiori a tre volte la soglia minima, introdotto con la riforma Fornero. Lo rende noto lo Spi-Cgil in occasione dell’apertura dei lavori dell’Assemblea nazionale dei quadri e degli attivisti che si tiene oggi e domani a Montesilvano, in provincia di Pescara. Secondo quanto riporta il sindacato, la rivalutazione annuale è stata introdotta dal governo Prodi, applicata per intero fino ad un livello pari a 5 volte il trattamento minimo. Questo meccanismo ha portato nel triennio 2008-2010 ad un aumento medio delle pensioni di 124 euro. Il governo Berlusconi, spiega Spi-Cgil, ha modificato la norma applicandola per intero solo fino ad un livello pari a tre volte il trattamento minimo, al 90% da 3 a 5 volte e al 75% oltre 5 volte. In questo modo ai pensionati è stato consegnato mediamente un aumento nel 2010 di soli 23 euro. Nel 2011, inoltre, è la stata erogata la quattordicesima a 2.662.000 pensionati, ovvero circa il 16% del totale. Di questi il 75% sono donne mentre il 25% sono uomini. La quattordicesima è stata introdotta con la legge 127/07 (art. 5, comma 1) e ad oggi ne hanno diritto solo i pensionati con almeno 64 anni di età e con un reddito personale non superiore agli 8.640,84 euro annui, ovvero non oltre una volta e mezza la soglia minima (650 euro). L’importo medio della quattordicesima si attesta a 390 euro ma varia a seconda del genere. Gli uomini hanno infatti percepito mediamente un importo di 410 euro mentre le donne di 384 euro. Il 43,5% delle quattordicesime è stato erogato nelle regioni del Nord, il 37% in quelle del sud e il 19,5% in quelle del centro.

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