Roma, 5 ago. (LaPresse) – Il caldo e la siccità hanno già provocato una netta riduzione dei raccolti facendo registrare un calo della produzione che va da 20% per i pomodori al 30% per il mais, con punte del 40% per la soia. Forti riduzioni sono previste anche per la barbabietola da zucchero, con il dimezzamento della produzione nelle regioni del nord e per il girasole (-20%). E’ quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti, secondo la quale “l’arrivo di Nerone rischia di dare il colpo di grazia alle coltivazioni” e “ci sono le condizioni per avviare le procedure per la dichiarazione di stato di calamità naturale nelle zone colpite dalla siccità, che ha già provocato perdite superiori a mezzo miliardo di euro all’agricoltura italiana”.

“Ad essere colpiti – sottolinea la Coldiretti – sono prodotti simbolo del Made in Italy come il pomodoro, il mais e la soia, che sono alla base dell’alimentazione degli animali allevati per produrre i prestigiosi formaggi e prosciutti a denominazione di origine, ma anche il vino, con una vendemmia prevista di qualità ma contenuta”. In pericolo, per l’associazione dei coltivatori, ci sono anche i pascoli “perché mancano i foraggi e l’acqua” e perché “le mandrie e le greggi si preparano a lasciare gli alpeggi del Piemonte con oltre un mese d’anticipo”. In molti casi, inoltre, è stato necessario intervenire con le autobotti per abbeverare gli animali.

Ma oltre alla mancanza dell’acqua gli effetti del caldo si fanno sentire anche sulla produzione di latte. “Le mucche – spiega Coldiretti – hanno prodotto in media dal 10 al 20% di latte in meno con punte che arrivano anche al 50% nei giorni più roventi. Per le mucche il clima ideale è fra i 22 e i 24 gradi, oltre questo limite gli animali mangiano poco, bevono molto e producono meno latte, anche se in molte stalle sono scattate le contromisure, con l’accensione di ventilatori e doccette refrigeranti e l’uso di integratori specifici a base di sali di potassio nell’alimentazione preparata dagli allevatori, che fanno però aumentare in misura esponenziale i costi a carico delle imprese”.

“Ma l’afa e le temperature – continua la Coldiretti – hanno tolto l’appetito anche ai maiali che stanno consumando fino al 40% in meno della consueta razione giornaliera di 3,5 chili di mangime e con un conseguente, sostanziale, calo dell’accrescimento. Il caldo ha pesanti effetti – conclude la Coldiretti – anche sulle galline, che producono meno uova, e sulle api che non riescono a prendere il polline e il nettare mettendo a rischio la produzione di miele”.

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