Washington (Usa), 18 lug. (LaPresse) – I collegamenti tra le banche in difficoltà, i debiti sovrani e l’economia reale “hanno appesantito” gli effetti della crisi europea “sollevando dubbi sulla stessa sostenibilità dell’unione monetaria”. Lo scrive il Fondo monetario internazionale nel suo rapporto Article IV sull’area della moneta unica, ponendo l’accento sulle “gravi pressioni” sui debiti sovrani della periferia dell’euro. Secondo il Fondo per uscire dalla crisi i leader europei devono agire con “urgenza” per “completare la riforma della struttura dell’unione monetaria”. Serve inoltre “tempestiva attuazione” di misure per “una crescita forte”. L’organizzazione con sede a Washington ritiene che “spazio per un ulteriore allentamento monetario”, anche attraverso “misure non convenzionali” della Bce. Ancora, l’Ue ha bisogno di “rapidi progressi verso un unico meccanismo di vigilanza per le banche dell’area dell’euro, che spiani la strada per la ricapitalizzazione diretta delle banche attraverso l’Esm”. Il Fondo sottolinea che la crisi europea si è “intensificata” e “ci sono gravi rischi al ribasso”, con possibili ripercussioni “globali”. L’Fmi stima per l’eurozona una calo del Pil dello 0,3% nel 2012 e un aumento della produzione economica dello 0,7% per il 2013. Secondo le stime di Washington l’inflazione dovrebbe scendere “ben al di sotto” del 2% entro il 2013 e rimanere a quel livello fino al 2014.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata