Roma, 14 lug. (LaPresse) – “Nel periodo 2008-2011 il numero di mutui concessi dalle banche per l’acquisto di abitazioni è diminuito di oltre il 20 per cento rispetto al quadriennio 2004-2007. La riduzione è stata particolarmente accentuata per le famiglie più giovani e quelle originarie di paesi non appartenenti all’Unione Europea, che avrebbero quindi risentito maggiormente sia della fase negativa del ciclo economico, caratterizzata dall’aumento del tasso di disoccupazione e dal calo sostenuto dei redditi delle famiglie, sia delle politiche di affidamento più selettive da parte degli intermediari”. E’ quanto emerge nello studio di Bankitalia ‘La crisi e le famiglie italiane’ fatto dagli economisti Roberto Felici, Elisabetta Manzoli e Raffaella Pico.

“L’irrigidimento dell’offerta – spiega ancora la Banca d’Italia – ha inciso in misura minore sui mutuatari con redditi elevati, come emerge dall’andamento delle erogazioni di mutui di ammontare elevato, di importo superiore a 150 mila euro, aumentati del 2 per cento. Anche il forte aumento degli spread sui mutui a tasso variabile verificatosi a fine 2008 ha colpito in misura inferiore i mutui di importo maggiore. Tali dati suggeriscono che, dopo l’ampio allargamento della platea di mutuatari, verificatosi nel periodo precedente la crisi finanziaria, la restrizione dell’offerta è stata praticata dalle banche attraverso politiche maggiormente selettive nei confronti della clientela caratterizzata da una più elevata rischiosità. Ciò è testimoniato – spiega ancora Bankitalia – anche dalla minore incidenza delle sofferenze nei primi due anni successivi all’erogazione per i mutui concessi negli anni 2009 e 2010 rispetto a quelli concessi nel periodo 2006-2008”. “Infine – conclude il rapporto di Bankitalia – anche l’andamento differenziato tra i diversi gruppi dimensionali di banche riflette specifici fattori di offerta. In particolare, il calo delle erogazioni è stato più accentuato per gli intermediari di dimensioni maggiori, sui quali potrebbe aver influito di più il peggioramento delle condizioni di accesso alle fonti di finanziamento all’ingrosso e l’inasprimento dei vincoli di bilancio”.

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