Camp David (Maryland, Usa), 19 mag. (LaPresse/AP) – La Grecia deve rimanere nell’eurozona. È la speranza espressa dai leader del G8, riuniti a Camp David, nel documento congiunto diffuso al termine dell’incontro. Tutti i Paesi, si legge nella dichiarazione, sono interessati al successo degli sforzi per rafforzare l’eurozona e aiutare la crescita economica dell’Europa. L’economia globale, continua la nota, mostra segni di ripresa, anche se “significativi venti contrari persistono”.

Nella due giorni in Maryland, i leader di Usa, Germania, Francia, Canada, Italia, Regno Unito, Russia e Giappone, hanno dato particolare attenzione alla questione europea, provando a capire come mettere un freno alla crisi del debito, e al tempo stesso aumentare la domanda di beni e stimolare l’aumento di posti di lavoro. Ne ha parlato Obama e, ovviamente, anche il presidente del Consiglio Mario Monti, al suo primo summit tra gli otto grandi del mondo. Un evento vissuto da protagonista e possibile mediatore tra le diverse posizioni all”interno dell’Ue. Tanto che al termine dell’incontro, il premier ha annunciato che a giugno ospiterà a Roma un incontro trilaterale con il presidente francese François Hollande, il più esplicito sostenitore della necessità di tornare a concentrarsi sulla crescita, e il cancelliere tedesco Angela Merkel, prima sostenitrice della linea dura del rigore.

Nei Paesi dell’Ue e nell’eurozona, ha detto il capo del governo italiano, “le misure concrete per la crescita devono derivare da azioni a livello comunitario e nazionale. Non basta aspettare che la singola virtuosità”, derivante da riforme strutturali e riduzione di disavanzi, “generi per spontanea virtù la crescita”. “L’obiettivo – ha continuato Monti – è identificare un certo numero di piste concrete. Alcune sono già state oggetto di proposte e analisi, come il rafforzamento del capitale della Banca europea per gli investimenti, i project bond e un’evoluzione possibile per gli eurobond”, altre “possono essere seguite a livello nazionale”.

Il presidente del Consiglio ha voluto poi sottolineare l’importanza di un’occasione di dialogo e discussione come quella di Camp David. Le misure per la crescita, ha detto Monti, sono “materia aperta”, ma qui è stato fondamentale avere un confronto mediato dalla “funzione maieutica e di stimolo di Barack Obama. Un tipo di discussione che non sempre è possibile nel quadro ingessato e formale dei nostri consigli europei”. Monti si è detto quindi “fiducioso” per il ruolo e la posizione dell’Italia, sostenendo che il Paese sia “molto rispettato in Europa e negli Stati Uniti”.

A concentrarsi sul tema della crescita era stato, ancor prima che venisse diffuso il documento congiunto, anche lo stesso Obama. “Tutti – ha detto – siamo assolutamente impegnati a garantire che crescita, stabilità e consolidamento fiscale siano parte di un pacchetto globale”. La crisi finanziaria, ha aggiunto, deve essere affrontata con un insieme di misure di austerità, crescita e stimolo. Un discorso rivolto principalmente alla Germania e alla Merkel. Tra i leader europei è proprio il cancelliere tedesco quello uscito dal summit più ridimensionato. Pur continuando a premere per il rigore, la numero uno del governo di Berlino ha ammesso che i tagli del deficit devono andare di pari passo con la crescita. “E’ necessario lavorare su entrambi. I partecipanti lo hanno detto chiaro e penso che sia un grande progresso”, ha dichiarato il cancelliere. E sulla Grecia ha confermato una possibilità di apertura, ribadendo però che Atene non può fare altro che attenersi ai termini del prestito di salvataggio.

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