Buenos Aires (Argentina), 4 mag. (LaPresse/AP) – Con 207 voti favorevoli e 32 contrari, la Camera argentina ha approvato l’espropriazione della compagnia petrolifera Ypf dalla spagnola Repsol. La legge era stata decretata a sorpresa due settimane fa dal presidente Cristina Fernandez, scatenando minacce di ritorsioni da parte di Madrid e Unione europea. La misura renderà in pratica ogni compagnia energetica attiva in Argentina un potenziale bersaglio per l’intervento del governo. Inoltre prevede che l’autosufficienza energetica del Paese sudamericano sia una priorità nazionale, che deve essere supportata anche dall’industria privata.

“Questa decisione – ha dichiarato ‘la presidenta’ dopo il voto – richiederà a tutti gli argentini, in particolare chi ha responsabilità istituzionali sia al governo che all’opposizione, di affrontare la sfida relativa alla costruzione di una Ypf moderna, competitiva e allineata con gli interessi del Paese”. L’espropriazione di Ypf dalla Repsol è molto popolare in Argentina e solo pochi deputati hanno espresso preoccupazioni a riguardo, tra cui il sindaco di Buenos Aires, Mauricio Macri. “L’espropriazione allontanerà gli investimenti che portano lavoro. Quando si agisce con arroganza, illegalità e intolleranza, come è stato fatto con Ypf, ciò che si ottiene è esattamente l’opposto” di quanto si desidera, ha detto ai giornalisti prima del voto. Al momento la misura di ritorsione minacciata dalla Spagna è il taglio delle importazioni di biodiesel dall’Argentina. La Fernandez ha risposto alla provocazione dicendo che Madrid può decidere di acquistare soia più cara ovunque vorrà a proprio discapito.

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