Roma, 2 mag. (LaPresse) – “In Italia circa tremila giovani hanno scelto di mettersi alla guida di un gregge come precisa scelta di vita per non arrendersi alla crisi provocata dalle delusioni dell’economia di carta”. E’ quanto stima la Coldiretti, in occasione delle rilevazioni Istat sull’occupazione, nel sottolineare che si tratta in gran parte di giovani che intendono dare continuità all’attività dei genitori ma ci sono anche ingressi ex novo spinti da una scelta di vita alternativa a contatto con gli animali e la natura. “Quando a guidare il gregge sono i più giovani, si assiste – secondo la Coldiretti – ad un impulso nell’attività con il 78 per cento dei giovani che investe, anche nella crisi, sul miglioramento dei prodotti aziendali. La diffusa capacità di innovazione si concentra sulla qualità e sulla sicurezza del prodotto ma anche nella capacità di presidiare il mercato attraverso nuove formule commerciali come la vendita diretta del proprio prodotto”. “Non mancano quanti – continua la Coldiretti – rivolgono la loro attenzione a consumatori emergenti come gli immigrati musulmani che per motivi religiosi apprezzano particolarmente la carne di pecora e chi riesce a valorizzare la lana italiana considerata spesso un sottoprodotto con costi aggiuntivi per lo smaltimento. La presenza dei giovani è una garanzia per il futuro della pastorizia in Italia dove si producono – sottolinea ancora la Coldiretti – oltre 60 milioni di chili di formaggi pecorini dei quali oltre la metà a denominazione di origine (Dop). All’esportazione va oltre il 25 per cento della produzione. Nella produzione made in Italy a denominazione di origine a fare la parte del leone è il Pecorino Romano Dop che copre l’80 per cento, ma hanno ottenuto la protezione comunitaria come denominazioni di origine anche il pecorino Sardo, il Siciliano e il Toscano e quello di Filiano oltre al Fiore Sardo ed al Canestrato Pugliese”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata