Ginevra (Svizzera), 30 apr. (LaPresse) – La disoccupazione in Italia si è attestata al 9,7% nel quarto trimestre 2011, in aumento dell’1,9% rispetto all’anno precedente e al livello più alto dal 2001. Lo scrive l’Ilo, International labour organisation, un’agenzia dell’Onu, sottolineando che il tasso reale di disoccupazione potrebbe risultare superiore, perché ai quasi 2,1 milioni di disoccupati si aggiungono 250.000 lavoratori in cassa integrazione.

Secondo l’agenzia delle Nazioni Unite le categorie più colpite sono quella dei giovani e quella dei disoccupati di lunga durata. La disoccupazione giovanile, salita al 32,6% durante il quarto trimestre del 2011, è più che raddoppiata dall’inizio del 2008. Allo stesso modo, i disoccupati di lunga durata rappresentano il 51,1% del totale dei disoccupati durante il quarto trimestre del 2011. Inoltre, molti lavoratori escono completamente dal mercato del lavoro: nello scorso anno, il tasso dei lavoratori che non cercano più lavoro ha raggiunto il 5% del totale della forza lavoro. Il numero dei Neet (giovani che non studiano, non lavorano e non frequentano corsi di formazione) ha raggiunto il livello definito “allarmante” di 1,5 milioni.

L’Ilo sostiene che “seri problemi esistono anche riguardo alla qualità dei posti di lavoro creati”. Dall’inizio della crisi, la proporzione dell’occupazione a tempo determinato e a tempo parziale è aumentata fino a raggiungere rispettivamente il 13,4% e il 15,2% dell’occupazione totale. Inoltre, il 50% del lavoro a tempo parziale e il 68% del lavoro a tempo determinato non è frutto della libera scelta dei lavoratori. Sul mercato del lavoro “c’è ancora spazio per agire”, scrive l’Ilo.

Secondo l’agenzia delle Nazioni Unite si può fare di più “per creare posti di lavoro tramite meccanismi adeguati di protezione dell’occupazione; per superare la segmentazione del mercato del lavoro; per ridurre il lavoro precario, soprattutto per i giovani. Inoltre, investendo in politiche attive del mercato del lavoro si potrebbero migliorare i risultati occupazionali con costi aggiunti limitati”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata