Roma, 11 gen. (LaPresse) – Fermo nazionale di 24 ore dei taxi il prossimo 23 gennaio, per protestare contro la liberalizzazione nel settore. Lo hanno deciso i rappresentanti di tutte le sigle sindacali, che si sono riunite oggi a Bologna. E’ quanto si apprende da fonti sindacali. La convocazione dell’assemblea dei tassisti è stata posticipata dal 14 al 16 gennaio, a Roma, presso il Circo Massimo. “Quel giorno – spiega Marco Marani della Filt-Cgil – una delegazione si recherà di fronte all’Antitrust per una protesta pacifica”.

Sul piede di guerra le associazioni dei consumatori. “L’Adoc – si legge in un comunicato – non condivide i motivi alla base dello sciopero dei taxi indetto per il prossimo 23 gennaio, le liberalizzazioni devono essere adottate in tutti i settori, non è possibile escluderne uno se ci si vuole aprire realmente al libero mercato e alla vera concorrenza, con conseguente miglioramento della qualità dei servizi offerti e riduzione dei prezzi”.

Il Codacons definisce quella dei tassisti “una protesta del tutto infondata. Di questo passo – scrive l’organizzazione dei consumatori in una nota – l’Italia non andrà da nessuna parte, e non si uscirà mai dalla crisi. La liberalizzazione nel settore dei taxi è un provvedimento atteso da decenni, che può realmente portare benefici non solo agli utenti, ma anche agli stessi tassisti, vista la possibilità di licenze compensative assegnate peraltro gratuitamente. I tassisti sono avvisati: in caso di blocchi stradali e danni agli utenti in occasione dello sciopero del 23, non esiteremo a presentare una raffica di denunce in procura, così come avvenuto nel 2007, quando – ricorda il Codacons – un elevato numero di taxi bloccò per ore e ore la circolazione stradale a Roma, impedendo il passaggio di auto e mezzi pubblici. Protesta che è valsa a 500 tassisti un processo in tribunale”.

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