Roma, 26 ott. (LaPresse) – “Termino il mio mandato in una situazione confusa e drammatica sul piano nazionale e internazionale, sul piano politico e su quello economico. Quando prendevo la parola sei anni fa qui, la situazione era assai diversa”. E’ l’allarme lanciato dal governatore uscente della Banca d’Italia e futuro numero uno della Bce, Mario Draghi, intervenendo alla 87esima giornata mondiale del risparmio al palazzo della Cancelleria. Per affrontare la situazione, ha spiegato Draghi, occorrono riforme ma su questo fronte le cose non vanno bene: “Un rilancio della crescita sostenibile passa soprattutto per le riforme strutturali da tempo invocate, in larga parte condivise, ma tuttora inattuate”. Tra le riforme indicate dal governatore “elevare la concorrenza nei mercati dei prodotti, in particolare nei servizi; costruire un contesto amministrativo e regolatorio più favorevole alle attività d’impresa, sospingere l’accumulazione di capitale fisico ed umano, innalzare i livelli di partecipazione al mercato del lavoro”.
Per Draghi “dopo sei mesi di sostanziale ristagno, nel secondo trimestre di quest’anno, il prodotto in Italia è tornato a crescere, ma a un ritmo molto modesto”. “I principali previsori – ha aggiunto – hanno rivisto al ribasso le aspettative di crescita per il prossimo anno; secondo il Fondo monetario internazionale sono appena positive”. La crescita modesta dell’Italia, secondo il governatore è dovuta anche al fatto che “pesano sulla domanda interna la debolezza del reddito disponibile delle famiglie, la lenta ripresa dell’occupazione, la stessa incertezza sulle prospettive dell’economia”.
“La particolare vulnerabilità dell’Italia – sottolinea Draghi – ha radici nazionali: l’alto livello del debito pubblico, i dubbi sulle prospettive di crescita della nostra economia, le incertezze e i ritardi con cui si provvede alla correzione degli squilibri e alle misure di rilancio della crescita”. “Il rendimento lordo dei Btp decennali – ricorda – dopo essersi ridotto in agosto, è tornato su livelli molto elevati e ieri superava il 5,9 per cento”.
“Nel breve periodo – spiega – un sostegno alla crescita può provenire da azioni di tipo macroeconomico. La composizione del prelievo fiscale può essere modificata, trasferendone il peso dalla imposte e dai contributi che gravano sul lavoro e sull’attività produttiva all’imposizione sulla proprietà e sul consumo”.
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