Cernobbio (Como), 4 set. (LaPresse) – “La preoccupazione del mondo dell’industria e dell’imprenditoria è molto forte”. Così Emma Marcegaglia, presidente Confindustria, ha espresso i timori degli imprenditori al Workshop Ambrosetti a Cernobbio.
Problema di credibilità
“C’è un problema di credibilità del nostro Paese. La politica deve rendersi conto della gravità della situazione in cui ci troviamo, bisogna agire immediatamente”Il problema della manovra è che manca completamente un piano di crescita. Inoltre i valori dei saldi devono essere stabili. A Tremonti farò quindi una serie di richieste. Sono quelle emerse dal direttivo che abbiamo fatto ne giorni scorsi con i massimi esponenti del mondo economico e imprenditoriale”.
La presidente di Confindustria non è entrata nel merito delle logiche politiche, ma solo dei loro riflessi sull’economia del Paese. “Capiamo la logica delle coalizioni – ha affermato – ma se poi non si riescono a fare le cose che servono, uno deve assumersene le responsabilità. Così secondo noi la situazione è grave e complicata. Ma fino a quando c’è maggioranza è inutile parlarne. Sul Governo tecnico non parlo, ma il Paese così non può stare”. “Il giudizio sulla situazione attuale – ha chiarito la Marcegaglia – non cade su esponenti del governo. Non chiediamo una sua sostituzione, ma la politica deve risolvere i problemi velocemente. Pensiamo ancora che sia fondamentale non stare fermi. Se questo governo non lo farà si prenderà una grande responsabilità nei confronti del Paese”.
A rischio lo spread e il sostegno estero
Se Governo non approvasse la manovra, il rischio sarebbe “che la Bce non compri più i nostri titoli di Stato e quindi lo spread torni a livelli alti”. A quel punto sarebbero “guai grossi”. La questione è quindi se Bce compri o meno i titoli italiani, e se la manovra sia sufficiente. “Di sicuro la Bce non può continuare a comprare titoli di Stato all’infinito” e “grandi aiuti da altri non ce n’è. Il tema vero è che dobbiamo essere credibili noi, dando il senso di una volontà molto forte”.
Per la Marcegaglia non si tratta di un “Ultimatum al governo”, ma “Bisogna fare ciò che ci chiede il mercato. Privatizzazioni, liberalizzazioni e abbassare le tasse su lavoratori e imprese”. La Marcegaglia ha comunque delle speranze: “L’Italia deve uscire da questa situazione di poca credibilità, anche perché sono convinta che abbia ancora grandi potenzialità”.
Tremonti e gli eurobond
Da parte sua il ministro dell’Economia Giulio Tremonti è convinto che la soluzione sia nelle obbligazioni dell’eurozona. “L’idea di Eurobond è un’idea gloriosa”, ha affermato. Il ministro ha quindi aggiunto: “O si fanno gli Eurobond o ci saranno grandi criticità”. Questo strumento finanziario è per Tremonti “il destino di questo continente. Credo che sia una polemica inutile quella sul fatto che sia solo una proposta italiana. Se fosse un interesse esclusivo italiano – ha concluso – perché è interamente appoggiata dal governo di britannico, dal governo di Londra?”.
Tremonti ricorda che per risolvere la crisi “nessuno ha la bacchetta magica, un po’ in tanti hanno la mania di bacchettare troppo, se si usassero le bacchette giuste con l’armonia giusta sarebbe nell’interesse del nostro Paese”. Perché “In una meccanica democratica non mi fa scandalo che uno tiri fuori delle idee, l’importante è che poi si distingua cosa è emendamento e cos’è oggetto della decisione finale”. Comunque, non manca di evidenziare Tremonti, “Facendo la manovra in quattro giorni errori sono possibili”.
Lotta all’evasione
Le cifre contenute nella manovra sul recupero dell’evasione che dovrà sostituire il contributo di solidarietà “mi pare non siano impossibili da realizzare”, ritiene Tremonti. “Ho letto sulla stampa di buchi di 4 miliardi o di 5 miliardi – ha aggiunto – ma se leggete il testo il gettito del contributo di solidarietà era di 700 milioni nel 2012 e 1,6 miliardi nel 2013. Considerando che il recupero dell’evasione è stato di 25 miliardi nel triennio, a legge invariata, non mi pare siano cifre impossibili”.
Tremonti inoltre risponde alle critiche della presidente di Confindustria: “Mi permetto di avere un’opinione diversa dal presidente Marcegaglia. “6 miliardi di tagli ai ministeri, 4 miliardi ai governi locali e 4 miliardi al welfare. Il resto è una componente fiscale, ma non dominante, all’opposto”.
Nel contrasto all’evasione fiscale in Italia “ci sono margini per un’azione civile di equità e non di repressione selvaggia”, ha detto Tremonti. Nel sistema italiano della lotta all’evasione fiscale c’è troppo “sul lato della repressione e quasi nulla su quello della prevenzione”, ha concluso il ministro. Questo, nonostante l’Italia sia un paese “in cui chi dichiara più di 500mila euro sono 3.641 persone, e chi dichiara più di 1 milione sono 796 persone”.
Driver verde
Il nuovo driver di sviluppo dell’economia mondiale potrebbe basarsi “anche sulla domanda pubblica per beni di investimento a interesse collettivo, a partire dall’economia verde”. Il driver nel dopoguerra “era l’auto che faceva metallo, vetro, plastica, cemento e uno stile di vita. Ora però non abbiamo un driver economico”. Per Tremonti “è fondamentale chiederci che tipo di modello economico e sociale vogliamo. Non credo che possa essere costituito solo dalla domanda interna né solo dall’export”.
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