Washington (Usa), 26 lug. (LaPresse/AP) – “Il popolo americano può aver votato per un governo diviso, ma non per un governo disfunzionale”. Con queste parole il presidente statunitense Barack Obama si è rivolto agli americani nell’ultimo appello televisivo sulla difficoltà del Congresso a trovare l’accordo per evitare il default della nazione, mandato in onda nel prime-time americano. Obama, che ha ribadito la necessità di avere sulla sua scrivania entro il 2 agosto un piano frutto di un compromesso tra i leader del Congresso, ha chiesto alla popolazione di contattare i deputati e chiedere loro un “approccio bilanciato” per ridurre i deficit federali. Una posizione a difesa della quale il presidente ha anche citato Ronald Reagan, un eroe per molti conservatori, che a suo tempo aveva parlato di un piano bilanciato e sottolineato l’importanza di un compromesso. “L’unica ragione per cui questo approccio bilanciato non è sulla strada giusta per diventare legge ora – ha proseguito poi Obama – è perché un significativo numero di repubblicani al Congresso stanno insistendo su una linea che include solo tagli alle spese. Un approccio che non chiede affatto agli americani più abbienti o alle corporazioni maggiori di contribuire”.
Obama, che ha definito la battaglia sull’aumento del limite del debito come un “circo a tre piste”, ha inoltre squalificato il nuovo piano proposto dai repubblicani per risolvere la questione. Secondo il presidente, infatti, la proposta avanzata dallo speaker della Camera John Boehner alla Casa Bianca nelle scorse ore potrebbe rimandare la minaccia default di soli sei mesi. “In altre parole – ha commentato Obama – non risolve il problema”.
I repubblicani hanno proposto un programma in due fasi per innalzare subito il tetto del debito di mille miliardi di dollari e permettere poi un incremento maggiore il prossimo anno. Quest’ultimo dipenderebbe però dalla decisione del Congresso di approvare o meno i tagli a programmi come Medicare e ai sussidi per l’agricoltura. Obama però si oppone a un piano articolato in due fasi. Il presidente ha invece sostenuto il nuovo piano proposto dai democratici, benché a sua volta non preveda aumenti alle tasse, ma solo un taglio di 2,7 trilioni di dollari di spese governative e l’aumento del tetto del debito di 2,4 trilioni, sufficienti per arrivare fino al 2013 come voluto da Obama, oltre cioè le elezioni del 2012.
Pronta la replica di Boehner. “Il presidente – ha detto a sua volta il repubblicano in un messaggio trasmesso in televisione – ha spesso detto che abbiamo bisogno di un approccio bilanciato, che a Washington significa che noi spendiamo di più e voi pagate di più. La triste verità è che il presidente voleva un assegno in bianco sei mesi fa e vuole un assegno in bianco ora. Questo, semplicemente, non accadrà”. Sfidando direttamente il presidente, Boehner ha poi aggiunto che “nel Congresso non c’è uno stallo”. Secondo Boehner, l’ultima proposta dei repubblicani sarà approvata alla Camera, potrà esserlo al Senato e quindi sarà inviata a Obama per la firma.
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