Roma, 15 lug. (LaPresse) – Sono 2 milioni 734mila le famiglie in condizione di povertà relativa in Italia, nel 2010, l’11% delle famiglie residenti, pari a 8 milioni 272mila individui poveri, il 13,8% dell’intera popolazione. Lo comunica l’Istat, nel suo rapporto su ‘La povertà in Italia’ riferito all’anno scorso. Secondo l’istituto statistico, la povertà risulta sostanzialmente stabile rispetto al 2009, con l’11% delle famiglie cosiderato relativamente povero e il 4,6% che lo è in termini assoluti.

La soglia di povertà relativa, per una famiglia di due componenti, è pari a 992,46 euro, circa 9 euro in più rispetto alla soglia del 2009 (+1%). La povertà relativa aumenta tra le famiglie di 5 o più componenti (dal 24,9% al 29,9%), tra quelle con membri aggregati (dal 18,2% al 23%) e di monogenitori (dall’11,8% al 14,1%). La condizione delle famiglie con membri aggregati peggiora anche rispetto alla povertà assoluta (dal 6,6% al 10,4%). La povertà relativa aumenta tra le famiglie con persona di riferimento lavoratore autonomo (dal 6,2% al 7,8%) o con un titolo di studio medio-alto (dal 4,8% al 5,6%), a seguito del peggioramento osservato nel Mezzogiorno (dal 14,3% al 19,2% e dal 10,7% al 13,9% rispettivamente), dove l’aumento più marcato si rileva per i lavoratori in proprio (dal 18,8% al 23,6%). Tra le famiglie con persona di riferimento diplomata o laureata aumenta anche la povertà assoluta (dall’1,7% al 2,1%).

Peggiora la condizione delle famiglie di ritirati dal lavoro in cui almeno un componente non ha mai lavorato e non cerca lavoro, si tratta essenzialmente di coppie di anziani con un solo reddito da pensione, la cui quota aumenta dal 13,7% al 17,1% per la povertà relativa e dal 3,7% al 6,2% per quella assoluta. La povertà assoluta cala per le coppie con persona di riferimento sotto i 65 anni (dal 3,0% all’1,9%), a seguito di una maggiore presenza di coppie con due percettori di reddito.

Nel Mezzogiorno l’incidenza di povertà relativa cresce dal 36,7% del 2009 al 47,3% del 2010 tra le famiglie con tre o più figli minori. Lo comunica l’Istat, nel suo rapporto su ‘La povertà in Italia’ riferito all’anno scorso. Nel Mezzogiorno, alla più ampia diffusione della povertà continua ad associarsi una maggiore gravità del fenomeno: l’intensità povertà (che indica, in termini percentuali, quanto la spesa media mensile equivalente delle famiglie povere si colloca al di sotto della linea di povertà) è pari al 21,5% e la spesa media mensile equivalente delle famiglie povere è uguale a 779,06 euro mensili. Nel Nord e nel Centro i valori sono più alti – 809,85 e 793,06 euro rispettivamente – nonostante l’aumento dell’intensità osservato tra il 2009 e il 2010 (dal 17,5% al 18,4% nel Nord e dal 17,4% al 20,1% nel Centro). Migliora, nel Centro, la condizione di povertà relativa tra le famiglie con due o più anziani (dal 10,5% al 7,1%).

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