Roma, 21 giu. (LaPresse) – La ripresa economica è insoddisfacente e l’Italia è in “grave ritardo” sulle liberalizzazioni. Lo sostiene il presidente della Autorità garante della concorrenza e del mercato, Antonio Catricalà, che ha presentato la sua Relazione annuale questa mattina a Montecitorio. “Il primo disegno di legge sulla concorrenza non ha mai visto la luce – spiega – questo ritardo è grave; rallenta il processo di ammodernamento del Paese; fa perdere fiducia agli imprenditori che vogliono sfidare i monopolisti e agli stessi controllori”. Secondo Catricalà, “Ferrovie, gestioni autostradali e aeroportuali, governance bancaria e assicurativa restano i settori sui quali è prioritario introdurre assetti di mercato realmente competitivi che possano agevolare la ripresa della crescita”. L’Antitrust afferma “a chiare lettere che senza concorrenza è a rischio la vitalità, già compromessa, del sistema economico. Troppo spesso – aggiunge Catricalà – le nostre richieste di intervento legislativo vengono ignorate, come è accaduto in sei anni di applicazione della legge sul conflitto di interessi”.
“In vaste aree del continente europeo – dice Catricalà – la ripresa del ciclo economico è insoddisfacente ed è messa a dura prova dalle turbolenze dei mercati”. Per il presidente dell’Agcm, le “nuove e stringenti regole di coordinamento fiscale e sorveglianza macroeconomica tra i Paesi membri tracciano il sentiero per riportare le finanze pubbliche su un piano di stabilità, imprescindibile presupposto per raggiungere un livello adeguato di espansione economica e occupazionale di lungo periodo”.
L’Autorità ha inoltre resistito alle “lusinghe del neostatalismo rinvigorite in Europa dalla recente crisi” svolgendo “con rigore il ruolo di pungolo della politica”. Catricalà lo sottolinea, allegando le cifre dell’attività del garante. “Nei soli anni 2006-2010 i nostri interventi in quattro specifici settori hanno generato risparmi per oltre un miliardo di euro: 73 milioni sono riconducibili alle nostre indagini sulla vendita di farmaci da banco; 130 milioni al procedimento sulla pasta; 280 milioni derivano dalle istruttorie sul latte in polvere per l’infanzia; 530 milioni di risparmio sono imputabili all’inchiesta sul gasdotto tunisino”. Secondo quanto riportato da Catricalà, accettando gli impegni di Abi e Consorzio Bancomat “sono state possibili riduzioni per le commissioni interbancarie fino al 36%”. Il presidente dell’Agcm rileva anche uno squilibrio per i premi delle Rc Auto, che al Sud arrivano a essere più costosi anche del 20%. Mentre i rincari risultano generalizzati. “Su scala nazionale – dice Catricalà – si sono registrati consistenti aumenti dei premi nel 2010, anche del 25% per assicurare un autoveicolo e di oltre il 35% nel caso di un motociclo”.
L’Agcm “ha svolto con rigore – prosegue il presidente – il ruolo di pungolo della politica affinché i ritardi venissero recuperati e ha attivato tutte le leve a disposizione per favorire l’apertura dei singoli mercati; ha agito nella convinzione che la concorrenza non sia un lusso da concedersi solo durante i cicli economici espansivi, ma diventi strumento indispensabile nei periodi difficili per sostenere la ripresa e difendere i consumatori”. Il vertice dell’Antitrust è convinto che “il concetto di mercato unico come “minaccia e ostacolo” per la ripresa economica “dei sistemi sociali nazionali è un pregiudizio”.
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